Turismo sessuale, 80mila italiani tra gli 'orchi'
l’identikit
Sono in crescita i nostri connazionali che vanno nei Paesi in via di sviluppo Due milioni le vittime
DA ROMA
S piaggia di Natal, fra le città più turistiche del Brasile, qualche tempo fa: l’uomo aveva appena conosciuto una bambina di dieci anni, povera e affamata, che abita – come racconta il sito Peace reporter – nella baraccopoli con le famiglie più povere della zona, dove si tira avanti alla giornata, arrangiandosi, dove tutto è permesso, pur di mangiare. «Ti pago il pranzo e ti regalo una collana – le avrebbe detto – se ti fai accarezzare un po’». Lui ha 33 anni e vive in provincia di Forlì. Aveva pranzato con la ragazzina e poi si era seduto accanto a lei in spiaggia, in atteggiamenti che due agenti della polizia federale hanno giudicato tanto sospetti d’arrestarlo per pedofilia e oltraggio al pudore in luogo pubblico.
Forse non è un solo un episodio, non è solamente un caso: perché sono sempre più giovani – hanno fra 20 e 30 anni – i turisti italiani che vanno nei Paesi in via di sviluppo per incontrare sessualmente un minorenne: ottantamila circa ogni anno, com’è stato spiegato in un convegno organizzato a Roma da 'Legale nel sociale', un’associazione di avvocati impegnati nel terzo settore. Un fenomeno, il turismo sessuale con minori – ha ricordato dall’associazione, facendo riferimento a dati Unicef ed Ecpat – che è in gran parte sommerso e i dati si riferiscono a stime, certamente calcolate per difetto. Un fenomeno poi così diffuso e drammatico che non può essere neppure liquidato come pedofilia, visto che tra i turisti sessuali soltanto il 3% è pedofilo.
Complessivamente, i minori vittime di sfruttamento sessuale nel mondo sono stimati in 2 milioni e un quarto di loro vive in Asia. 'Intrattenersi' con loro costa mediamente 20 dollari, ma in alcuni Paesi (come Brasile e Filippine) si può scendere fino addirittura a cinque dollari. In Thailandia invece si arriva a 40 dollari mentre nella Repubblica Domenicana al massimo 30. Cifre insignificanti per i Paesi ricchi, ma che rappresentano un’entrata preziosa e ambita nelle comunità povere e disagiate dei Paesi poveri.
Il turista del sesso proveniente dall’Europa occidentale – italiano compreso – predilige mete asiatiche e africane. Il Paese dove è stimato il maggior numero di bambini vittime di questa infamia è la Cina (600mila) seguito da India (575mila), Messico (370mila), Thailandia (300mila); Nepal (200mila), Filippine (100mila). Nello Sri-Lanka (30mila). E l’80% dei bambini coinvolti nello sfruttamento sessuale sono maschi.
Altri esempi. Secondo uno studio condotto dall’Unicef e dal governo keniota, lo sfruttamento sessuale di bambini e bambine in Kenya ha raggiunto livelli altissimi ed è in aumento nelle zone costiere del Kenya. Circa metà dei clienti che abusano di bambine sono uomini europei, con gli italiani al primo posto. Sempre questo studio indica in circa 15mila le bambine e ragazzine tra 12 e 18 anni che saltuariamente si prostituiscono nei quattro distretti costieri del Kenya: Mombasa, Kilifi, Malindi e Kwale: in pratica, il 30% della popolazione della zona in quella fascia d’età. ( P.Cio.)
Nessun commento:
Posta un commento