qualcosa di vivo che vive con te. Il diario di Anna Frank è il primo
libro che "ricordo", cioè che ha lasciato un'impronta nella mia vita.
Un poco ha condizionato la mia vita...ho letto tutto quello che
ho potuto su l'Olocausto e sempre ho sentito amore e molto
interesse per il popolo eletto e amato da Dio.
Il divano di Anna Frank | |
Un parlamentare della Lega ha chiesto al ministro Gelmini di scoraggiare la lettura nelle scuole della versione integrale del «Diario di Anna Frank», dato che in una pagina del testo la protagonista «descrive in modo minuzioso e approfondito le proprie parti intime, suscitando inevitabile turbamento». Francamente di quel libro sono sempre state altre cose a turbarmi: per esempio il razzismo, per esempio i nazisti. Certo non la scoperta della propria sessualità da parte di un’adolescente. Ma non voglio farne colpa all’onorevole Grimoldi o ai genitori degli allievi della scuola elementare di Usmate Velate, in provincia di Monza, che gli avrebbero segnalato il gravissimo caso. Sono vittime anch’essi di quella incapacità di cogliere il senso complessivo di un evento o di un’opera, arrestandosi davanti al particolare scabroso o semplicemente irrituale, che chiamerei la sindrome del divano. Il divano è la normalità, il simbolo di un’esistenza tranquilla da abitare in tinello, dopo avere chiuso la porta a doppia mandata. La tv fa parte dello stesso tinello in cui si trova il divano: la sua volgarità è rassicurante, indigna e spaventa di meno. A indignare e spaventare sono la diversità, l’originalità, l’imprevisto: tutto ciò che distrae dalle certezze sedimentate e perciò va rifiutato e rimosso. Gli occhiali che si indossano davanti al divano assomigliano alle lenti dei microscopi: magari di un capolavoro non afferreranno l’essenza, ma ne coglieranno sempre la riga fuori posto. |
Aliza, se vieni a trovarmi troverai uno stralccio di racconto che scrissi sullo sterminio delle donne nel campo di Dachau. Avvaloro la tua tesi, sui moralisti, su quei genitori che riempiono i figli di belle parole seduti comodamente su un divano, perché sanno che comunque a loro non toccherà, anzi non sfiorerà mai nulla di quanto Anna Frank ha dovuto vedere e provare. Io ho figli ormai grandi a cui ho insegnato la libertà di pensiero, il culto del diverso e della diversità di parola, e della accettazione. Non mi sono pentita.
RispondiEliminaBen vengano libri veri, ricchi impregnati della nostra storia...Vergognamoci per le bassezze compiute in nome di una pazzia colletiva, che non é detto che non ci sfiori un'altra volta. Occorre educare i nostri figli affinché questo non accada mai più...E non pensiamo a spupidagini sul candore della scoperta della sessualità infantile che abbiamo scoperto tutti...E chi lo nega é un bugiardo!
Ciao
Buona Domenica
By
Lilly
Il diario di Anna Frank anche per me è il primo libro che ricordo con sempre nuova commozione insieme al libro "Il gran sole di Iroshima"storia straziante di due fratellini giapponesi vittime della bomba nuclerare americana. Due libri indimenticabili.Due storie emblematiche, testimomi indiscussi della stupidità umana che usa la distruzione dei suoi simili senza avvedersi che sta distruggendo se stesso.
RispondiEliminaun abbraccio Aliza.
quanta ipocrisia! I ragazzi, hanno il diritto di sapere cosa è successo ai loro coetanei, per colpa dell'olocausto- (d'altronde, anche per noi è stato formativo leggerlo!).
RispondiEliminaMa chi poteva essere, se non un leghista, a fare questa richiesta?
RispondiEliminaE' stato il primo libro che mi ha comprato mio padre e frequentavo le elementari. Lo possiedo ancora e ne sono molto affezionata. E' un diario commovente e straordinario, documento vivo di un periodo storico da ricordare con vergogna. I ragazzi dovrebbero leggerlo tutti, altro che censura!
RispondiElimina