MONI OVADIA
«Io e i rom a teatro contro il razzismo»
DI ANGELA CALVINI
« I o sono un pessimo soggetto. Ma mi riconosco un pregio: contro il razzismo lotto fino allo stremo delle forze». Moni Ovadia racconta con passione l’impegno di una vita artistica, dove la radice ebraica si trasforma in canto per la comprensione fra i popoli. In particolare i rom. Dopo le espulsioni di questi giorni dalla Francia e l’appello accorato del Papa all’Angelus di domenica scorsa a favore dell’accoglienza, lo spettacolo che vede Moni Ovadia in scena con artisti nomadi, acquista un sapore di estrema attualità.
Le espulsioni dalla Francia di questi giorni dimostrano che l’Europa è ancora razzista?
«Usiamo le stesse vecchie e stantie argomentazioni razziste usate 100 anni fa contro gli italiani e gli stranieri in Germania e negli Stati Uniti. Gli zingari non hanno istituzioni che li difendano, non hanno uno stato alle spalle. Questa Europa è vile e pavida, continua con stessa logica di discriminazione verso gli zingari e gli immigrati. I nazisti lo fecero in tempo di guerra, noi siamo ancora peggio perché viviamo in tempo pace»
La cultura può sfatare i pregiudizi?
«Questi 'altri' sono una ricchezza per la cultura dell’Europa. Ebrei, rom e sinti sono un popolo capolavoro senza eserciti, senza burocrazie e confini: una lezione enorme. Io racconto la grandezza e la libertà di questi popoli, unendo le tradizioni ebraiche, rom e sinti, e lo straordinario contributo alla musica e ad una filosofia di vita nata dalle sofferenze di chi si sposta in continuo, senza però fare mai la guerra a nessuno. Parto da un brano di Joseph Roth, la prefazione a Gli ebrei erranti,
scritto nel 1927 ma ancora attualissimo, accompagnato dalle musiche di una complesso di musicisti rom. Rom & Gagè è la versione corta di Oltre i confini: ebrei e zingari che porto in tour».
Il razzismo è sempre un argomento che scotta. Mi dispiace ma penso che, purtroppo, ci sarà sempre.
RispondiEliminaSue.
L'amica blogger Crafty Sue è un po' pessimista, ma probabilmente ha ragione.
RispondiEliminaMa finché ci sarà chi non si rassegna e continua a lottare io continuerò a sperare.
Guarderò oltre il panorama attuale, proprio per non rinunciare alla speranza.
Saremo sempre razzisti, cambiando i destinatari della nostra intolleranza periodicamente... temo faccia parte di noi. Chi più chi meno.
RispondiEliminaBacio