sabato 8 ottobre 2011
poesia
(Google immagini)
Una notte d’inverno
La tempesta poggia la sua bocca alla casa
e soffia per emettere un suono.
Dormo inquieto, mi giro, leggo
il testo della tempesta assopita.
Ma gli occhi del bambino sono spalancati al buio
e il temporale mugola per lui.
Entrambi amano le lampade che dondolano.
Entrambi sono a metà strada dal linguaggio.
La tempesta ha mani infantili e ali.
La carovana si lancia verso la Lapponia.
E la casa avverte la sua costellazione di chiodi
che tiene insieme le pareti.
La notte è immobile sul nostro pavimento
(dove tutti i passi attutiti
riposano come foglie affondate in uno stagno)
ma fuori infuria la notte!
Sul mondo passa una piú grave tempesta.
Poggia la sua bocca alla nostra anima
e soffia per emettere un suono – temiamo
che la tempesta soffiando ci svuoti.
Tomas Transtromer
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Grazie per questa poesia, è molto bella.
RispondiEliminaSue.
Porta molto a riflettere...
RispondiEliminaCerte tempeste lasciano veramente il segno: ti cambiano la vita...
RispondiEliminaMolto bella questa poesia e significativa l'ultima quartina:
RispondiEliminaTemiamo che la tempesta soffiando ci svuoti
il poeta parte dal presupposto che abbiamo ancora un'anima e che l'inquietudine di perderla, preannuncia che qualcosa non va!
Sarà che sulla sette ho visto Millenium e che mi ha preso l'atmosfera particolare dei paesi scandinavi, poi questo Poeta che si è agiudicato il Nobel 2011 della letteratura ... per non parlare di quel matto che ha fatto una strage ... L'inquietudine che colpisce la gente che da sempre abbiamo pensato quieta e tranquilla: c'inquieta.
Dobbiamo credere però come disse Steve Jobs che nel futuro in qualche modo si riuscirà a coniare sviluppo con salvaguardia del nostro bel Pianeta.
Buona Domenica
Aliza
Ma che bella!
RispondiEliminaCinzia