sabato 8 ottobre 2011

poesia

http://www.napolipuntoacapo.it/npc/eventi/albero_tempesta.jpg
(Google immagini)


Una notte d’inverno

La tempesta poggia la sua bocca alla casa

e soffia per emettere un suono.
Dormo inquieto, mi giro, leggo
il testo della tempesta assopita.

Ma gli occhi del bambino sono spalancati al buio
e il temporale mugola per lui.
Entrambi amano le lampade che dondolano.
Entrambi sono a metà strada dal linguaggio.

La tempesta ha mani infantili e ali.
La carovana si lancia verso la Lapponia.
E la casa avverte la sua costellazione di chiodi
che tiene insieme le pareti.

La notte è immobile sul nostro pavimento
(dove tutti i passi attutiti
riposano come foglie affondate in uno stagno)
ma fuori infuria la notte!

Sul mondo passa una piú grave tempesta.
Poggia la sua bocca alla nostra anima
e soffia per emettere un suono – temiamo
che la tempesta soffiando ci svuoti.

Tomas Transtromer

5 commenti:

  1. Grazie per questa poesia, è molto bella.
    Sue.

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  2. Certe tempeste lasciano veramente il segno: ti cambiano la vita...

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  3. Molto bella questa poesia e significativa l'ultima quartina:
    Temiamo che la tempesta soffiando ci svuoti
    il poeta parte dal presupposto che abbiamo ancora un'anima e che l'inquietudine di perderla, preannuncia che qualcosa non va!

    Sarà che sulla sette ho visto Millenium e che mi ha preso l'atmosfera particolare dei paesi scandinavi, poi questo Poeta che si è agiudicato il Nobel 2011 della letteratura ... per non parlare di quel matto che ha fatto una strage ... L'inquietudine che colpisce la gente che da sempre abbiamo pensato quieta e tranquilla: c'inquieta.

    Dobbiamo credere però come disse Steve Jobs che nel futuro in qualche modo si riuscirà a coniare sviluppo con salvaguardia del nostro bel Pianeta.

    Buona Domenica
    Aliza

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