sabato 3 novembre 2012

non trovo le parole...

proverò con: CRUDELI  ED  IGNORANTI


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Auschwitz 22 gennaio 1945


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Auschwitz 1944



«Rasato come gli ebrei»:
punito così un nuotatore 11enne

Vicenza, istruttori indagati per abuso di mezzi di correzione nei confronti degli allievi. A uno dei ragazzini è stata disegnata una croce sulla testa con il rasoio

VICENZA — Tre istruttori di nuoto professionisti, avrebbero minacciato due loro allievi di 11 anni che se non si fossero comportati bene durante una trasferta in Svizzera, i compagni più grandi avrebbero rasato loro i capelli, «come agli ebrei». Minacce che in un caso sono rimaste tali, poiché il piccolo atleta, spaventato per la punizione annunciata, aveva allertato tempestivamente la mamma, ma che per l’amico si sono invece concretizzate. Capelli ridotti al minimo, disegnando una croce in mezzo alla testa. Un «look» messo a punto prima di entrare in vasca. Il ragazzino sarebbe stato messo all’angolo da tre nuotatori maggiorenni, armati di macchinetta tagliacapelli, improvvisatisi parrucchieri su mandato degli istruttori. Ora per quei fatti, avvenuti tra l’11 e il 13 maggio di quest’anno a Locarno, i tre insegnanti di nuoto si ritrovano indagati, con l'accusa di aver abusato dei mezzi di correzione o disciplina. Si tratta di due vicentini, un 52enne e una 21enne, e di una collega padovana di 26.

Dopo la denuncia presentata in questura dai genitori dei due minorenni, hanno deciso di autosospendersi dal lavoro nell’associazione sportiva che opera nella piscina dell’hinterland di Vicenza. Loro hanno sempre respinto le accuse, soprattutto il riferimento antisemita. Sostengono di non aver mai parlato di un taglio «come quello fatto agli ebrei». A loro detta sarebbe invece un’espressione di fantasia dei ragazzi, forse influenzati dalle lezioni di storia. Gli adulti escludono anche le minacce, parlando invece di incoraggiamenti a dare il massimo e raccomandazioni a comportarsi correttamente anche lontano da casa. Chiariscono pure il significato del taglio e della croce disegnata sulla sommità del capo dell’11enne. «Quello di rasare la testa è un rituale riservato agli atleti agonisti maschi, soprattutto in trasferta o in vista di gare importanti. Lo fanno anche i grandi campioni - sostengono gli indagati, due difesi dall’avvocato Anna Sambugaro di Vicenza, l’altro dal Michele Grigenti - e quella croce disegnata sulla testa dell’allievo non era altro che il simbolo della bandiera della Svizzera, paese in cui abbiamo disputato le gare, non c’era nessun altro significato o messaggio, nessun’altra interpretazione».

Una versione, che forniranno anche in sede di interrogatorio, fissato per l’8 novembre. Un’opportunità di chiarire la posizione di ciascuno. Sono già stati sentiti invece i tre nuotatori maggiorenni incaricati di tagliare al minimo la chioma all’11enne. «Prima era spaventato e timoroso, ma poi si è lasciato fare. Abbiamo riso e scherzato, e pure scattato fotografie. Alla fine era contento - hanno dichiarato gli esecutori materiali della punizione, ascoltati come persone informate sui fatti - solo non ha gradito la croce e ha chiesto all’istruttrice di farla sparire. E così è stato».

da il Corriere del Veneto

4 commenti:

  1. Mamma mia!!! in che mondo viviamo...
    Cara Aliza, spero che le autorità facciano una vera inchiesta per castigare questi incivili.
    Ciao e buona serata cara amica.
    Tomaso

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  2. Difficile pensare a queste cose come reali, eppure é così. Cosa occorrerebbe fare a questa gente ?? quale abisso di ignoranza li pervade??

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  3. Ho sentito al tg...non ho parole per questa "punizione"...

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  4. Che storia strana, fosse vera la versione originale (minaccia etc etc...) sarebbe sintomo di cinismo e ignoranza

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