«Aberrante uccidere in nome di Dio
ma le religioni non si insultano»
Il “brivido” lungo la schiena dei cronisti e dei cameraman scorre all’unisono quando Francesco, alla domanda sul diritto alla libertà di religione e a quello di espressione, come sua abitudine non svicola e va diritto al punto. Il quesito è di un giornalista francese e in ballo c’è la valutazione del Papa sui recenti fatti di Parigi. Queste libertà, afferma, “sono tutte e due diritti umani fondamentali”. Ma così come, scandisce, è una “aberrazione” chi pretenda di “uccidere in nome di Dio”, sbaglia anche chi arriva a offendere una religione sventolando la bandiera del diritto a dire ciò che si vuole. Sul punto Papa Francesco è inequivocabile: certamente è doveroso dire ciò che contribuisce a costruire il “bene comune”, e certamente non si può reagire con violenza a un affronto, ma nemmeno “si può provocare”. “Non si può insultare la fede degli altri – insiste, usando il curioso termine "giocattolizza" – non si può prendere in giro la fede”, perché “c’è un limite”, quello della “dignità” che ogni religione possiede.
da Avvenire
Cara Aliza, Papa FRancesco ci sa parlare al cuore di tutti, la sua semplicità sa arrivare ovunque in ogni cuore.
RispondiEliminaCiao ebuona serata cara amica.
Tomaso
Che Dio lo protegga, papa Francesco. Io gli voglio bene e lo benedico.
RispondiEliminaDovrebbe essere cosi'in generale:liberta'di pensiero, ma senza prescindere dal rispetto che dobbiamo al nostro prossimo.
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