poeta sloveno
Il contadino parla a Dio
La mia falce ha mietuto le Tue messi,
il mio sudore ha bagnato le Tue viti,
è sera, accendi le luci delle stelle.
Il mio silenzio ha onorato l'uva e l'erba,
le falci, le botti, la mucca e la cantina,
i miei occhi a Te son ora rivolti.
Il mio aratro ha arato i Tuoi campi,
il Tuo dito ha arato il mio volto,
al mio desco c'è ora un posto che T'attende.
Siedi e dividi la mia cena,
poi riscuoti quel che Ti debbo.
E sia fatta la Tua volontà.
Alojz Gradnik
Il contadino parla a Dio
La mia falce ha mietuto le Tue messi,
il mio sudore ha bagnato le Tue viti,
è sera, accendi le luci delle stelle.
Il mio silenzio ha onorato l'uva e l'erba,
le falci, le botti, la mucca e la cantina,
i miei occhi a Te son ora rivolti.
Il mio aratro ha arato i Tuoi campi,
il Tuo dito ha arato il mio volto,
al mio desco c'è ora un posto che T'attende.
Siedi e dividi la mia cena,
poi riscuoti quel che Ti debbo.
E sia fatta la Tua volontà.
Alojz Gradnik
Molto bella. Grazie.
RispondiEliminaBuona domenica!
RispondiEliminaUna preghiera che mette tristezza. Quel Dito che ara il volto del contadino fa stringere il cuore. E' segno di lacrime versate e, magari, da versare ancora.
RispondiEliminaUn abbraccio forte . E che la fede ti accompagni sempre
Molto probabilmente esiste uno stretto legame tra una vita che ci si deve guadagnare con un duro, spesso anche durissimo ed umiliante lavoro e le parole e la vita del Cristo.
RispondiEliminaQuesti versi sono come un balsamo. Mi consolano molto e mi danno forza.
Grazie.
Riccardo.