sabato 13 giugno 2015

siedi e dividi la mia cena....

 poeta sloveno


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Il contadino parla a Dio

La mia falce ha mietuto le Tue messi,
il mio sudore ha bagnato le Tue viti,
è sera, accendi le luci delle stelle.

Il mio silenzio ha onorato l'uva e l'erba,
le falci, le botti, la mucca e la cantina,
i miei occhi a Te son ora rivolti.

Il mio aratro ha arato i Tuoi campi,
il Tuo dito ha arato il mio volto,
al mio desco c'è ora un posto che T'attende.

Siedi e dividi la mia cena,
poi riscuoti quel che Ti debbo.
E sia fatta la Tua volontà.

Alojz Gradnik

4 commenti:

  1. Una preghiera che mette tristezza. Quel Dito che ara il volto del contadino fa stringere il cuore. E' segno di lacrime versate e, magari, da versare ancora.
    Un abbraccio forte . E che la fede ti accompagni sempre

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  2. Molto probabilmente esiste uno stretto legame tra una vita che ci si deve guadagnare con un duro, spesso anche durissimo ed umiliante lavoro e le parole e la vita del Cristo.
    Questi versi sono come un balsamo. Mi consolano molto e mi danno forza.
    Grazie.
    Riccardo.

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