Palin: "Guerra con la Russia? Forse" | ||||
Prima intervista televisiva per la candidata vice di McCain che è stata protagonista di alcuni svarioni | ||||
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Come una liceale che si arrampica sugli specchi durante l’interrogazione,
cercando di rispondere al prof su qualcosa che non sa. La prima intervista
a Sarah Palin, la giovane governatrice dell’Alaska che John McCain ha
voluto come vice nella corsa alla Casa Bianca, è andata così così. Anche se
l’intervistatore, Charles Gibson di Abc, è uno dei più mansueti del giornalismo
americano, anche se le domande piccanti e difficili sono rimaste fuori dal copione,
Palin è apparsa titubante a tratti, verbosa, impacciata, curva sulle spalle, in
difficoltà. Il momento topico? Una domanda sulla dottrina dell’attacco preventivo,
uno dei marchi di fabbrica del governo del presidente George W. Bush: attaccare
un Paese prima che si materializzi un pericolo per l’America.
Ma la "Bush Doctrine" non era evidentemente tra i manuali studiati da Palin,
che ha uno straordinario talento politico ma un’esperienza assolutamente
limitata su questioni di rilevanza nazionale e soprattutto di politica estera.
Gibson si è sentito rispondere «A che riguardo, Charlie?» quando ha chiesto
un parere sulla dottrina. E ha colto l’occasione al volo. «Che cosa intende,
per dottrina Bush?». Palin ha tentato una risposta: «La sua visione del mondo...».
Bush, ha continuato, «ha cercato di eliminare dalla faccia della terra l’estremismo
islamico, i terroristi che hanno giurato di distruggere il nostro Paese. Ci sono stati
errori di percorso, svarioni, e questo è il bello della democrazia e delle elezioni, che
danno agli americani l’opportunità di eleggere leader migliori».
Ma la risposta, per quanto ben articolata, non era quella giusta, Gibson ha spiegato,
con aria da prof in cattedra, che la dottrina Bush è quella che teorizza l’attacco
preventivo. Senza batter ciglio Palin ha risposto: «Charlie, se abbiamo prove di
intelligence che ci dicono che un attentato contro l’America è imminente, abbiamo
ogni diritto di difendere il Paese». da La Stampa
Ma chi è questa pazza??
e noi donne pensiamo che se ai posti di comando ci fossero le donne non ci sarebbero
guerre?? ILLUSE!!
Sembra che ci sarà proprio da preoccuparsi!
RispondiEliminanon possiamo perdere la speranza in un domani migliore...però attualmente è duro essere ottimisti. Ciao A.
RispondiEliminahai ragione.La stessa cosa che ho pensato anche io.Ma mi sembra,che questo modo di ragionare abbia molti proseliti,un egoismo e un razzismo di fondo preoccupante,vedi Italia.
RispondiEliminaCiao salutissimi
Le chiamano "guerre preventive", ma, comunque, sono guerre di attacco e, se continua così, chissà dove finiremo.
RispondiEliminaSperiamo non sia apra un altro fronte ... "preventivo" con Venezuela, dove c'è il petrolio, e la Colombia!
holden sergio
RispondiEliminatranquilli, mai, vero?? troppi testoni ai posti di comando,
vi saluto ragazzi A.
Mai pensato che le donne al comando sarebbero state meno guerrafondaie degli uomini. Perché avrebbero?
RispondiEliminaMauro
RispondiEliminale donne stesse dicono, tra di loro, che le guerre le fanno gli uomini perchè non hanno mai partorito (cioè non hanno un cuore di mamma) torniamo al post seguente. ciao A.