martedì 16 settembre 2008

è un problema urgente





Società frammentata: siamo tutti a rischio

la psicologa Manuela Tomisich (Cattolica): nemico da eliminare Abbiamo paura dell’altro. Come all’età della pietra

DA MILANO PAOLO FERRARIO
Questa tragedia conferma, ancora una volta, che le persone non si fermano più a pensare prima di agire: non sono in grado di arrestarsi in tempo. Ed è senz’altro l’aspetto più drammatico di questa triste storia.
Davanti alla brutale violenza di via Zuretti, alla psicologa Manuela Tomisich, docente di mediazione comunitaria all’Università Cattolica di Milano, vengono in mente immagini primitive, da età della pietra dei rapporti sociali, quando la dicotomia “amico- nemico” decideva della vita e della morte delle persone.
Professoressa, come si puòspiegare così tanta violenza?
Chi non è uguale a me è mio nemico. E il nemico va ucciso. Qui non si entra nemmeno nella valutazione umana dei rapporti. Non viene mentalizzato il fatto di avere a che fare con un’altra persona. Si agisce e basta.
C’entra, in qualche modo, anche il razzismo?
Di fronte a un diverso, come prima reazione, si cerca di capire se è un amico o un potenziale nemico. Questo vale sempre e, spesso, porta ad agire di pancia. Ma, per fortuna, l’uomo non è soltanto pancia e questo meccanismo biologico viene contemperato dalla capacità di analizzare le situazioni e di ponderare le azioni. Insomma: prima di fare si deve pensare. Altrimenti si torna all’età della pietra.
C’è una categoria di persone più a rischio di altre di cadere in questi comportamenti?
Chi ha meno capacità di analisi e di pensiero, chi “beve” tutti i messaggi senza riflettere, finisce, prima o poi, per fare le cose prima di averle pensate.
Che cosa si può fare per aiutare queste persone e prevenire comportamenti pericolosi?
Nel rispetto del cammino di crescita di ciascuno, a volte non privo di fatica, queste persone vanno senz’altro guidate e aiutate a riflettere, a interrogarsi sul senso della vita e sul valore che ad essa va attribuito. Bisogna favorire dei luoghi di mediazione sociale, dove si possano affrontare le diversità negoziando significati nuovi tra le persone.­quello che cerchiamo di fare in Università Cattolica con il Master in mediazione familiare e comunitaria.
Non è 'un caso che, soprattutto in questi ultimi anni, si stia assistendo a un’esplosione di comportamenti così violenti, oppure a che cosa hanno portato i cambiamenti in atto nella nostra società?
Purtroppo la violenza accompagna da sempre il cammino dell’uomo e questi episodi avvenivano anche secoli fa.certo, comunque, che più il sociale è frammentato, più le persone si rinchiudono nelle proprie case perchè hanno paura dell’altro e più facilmente si può assistere a esplosioni di violenza tanto brutali come questa di Milano.
Quale è l'aspetto socialmente più pericoloso di questa realtà?
Che siamo potenzialmente tutti a rischio, perchè chiunque di noi potrebbe incontrare sulla propria strada qualcuno che agisca prima di pensare.

4 commenti:

  1. Purtroppo questo bruttissimo fatto, questo omicidio, al di là di quello che stabilirà la magistratura, è frutto di quello che stanno portando avanti dei "cattivi maestri". Abbiamo visto, nel corso degli ultimi decenni, la presenza di tanti cattivi maestri che, da una parte e dall'altra, hanno solo seminato zizzania. E questo è solo l'ultimo caso.
    Non si può venire a dire poi che il razzismo non c'entra e che si condanna quanto accaduto. Sarebbe stato meglio che questi "maitres a penser" fossero stati zitti a suo tempo!

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  2. Sergio
    sono proprio d'accordo con te, speriamo che si possano aprire gli occhi per evitare tragedie e per non fare di ogni erba un fascio, ciao A.

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  3. Mi concordo perfertamente con voi. Ho cercato di piangere ma mi sono accolto di averlo già fatto diverse volte: per il fatto di Verona, di Roma, ecc. La mia unica consolazione è che per fortuna l'Italia non è fatta di solo quella gente lì, ci sono anche quelli come voi....e questo mi consola molto.

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  4. Caro Blessing, ti abbraccio forte forte A.

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