domenica 26 ottobre 2008

W le panchine pubbliche

http://moodle.humnet.unipi.it/file.php/1/panchine.jpg

Mi sono resa conto di quanto siano utili, le panchine pubbliche, quest'estate a Jesolo. Spesso ho passeggiato con mia suocera, 90 anni, la quale all'improvviso si sente
stanca e dice: mi devo sedere.
Ci sediamo in un bar, per riposare, ma nei bar si deve anche consumare allora prendiamo un caffè e dopo una decina di minuti si riparte perchè lo scopo dell'uscita è camminare. Ma dopo una decina di minuti tutto ricomincia, sono stanca, mi devo sedere, ecc. Alla fine della passeggiata ci troviamo con lo stomaco in subbuglio per i troppi caffè, il portafogli alleggerito non poco e la sensazione che quella che doveva essere una bella mattinata si è trasformata in uno stress. Allora mi sono resa conto di quanto siano un segno di libertà le panchine pubbliche. Ricordo, che quando la piazza del mio paese era ancora con la ghiaia ed io ero una bambina, sotto i tigli dei giardini
pubblici c'erano le panchine, ed era un diritto riconosciuto utilizzarle.


LE PANCHINE
LAURA BOSIO
In alcuni Comuni del Nord Italia pare abbiano proposto di abolire le panchine. Oggi sedersi su una panchina, osserva Beppe Sebaste nel suo bel libro dedicato, appunto, alle panchine, è diventato un’anomalia sociale. Se non si è anziani o mamme con carrozzina, turisti su un belvedere o, ma anche qui con riserva, ragazzi innamorati, a sedersi su una panchina si rischia di apparire tipi poco raccomandabili. Nel migliore dei casi, dei disoccupati, degli sfaccendati, esseri che si sottraggono ai doveri della produttività e dell’efficienza: da abolire come le panchine su cui impunemente si fermano. E invece le panchine, cito ancora Sebaste, sono forse l’ultimo simbolo di qualcosa che non si compra, di un modo gratuito di trascorrere il tempo e di mostrarsi in pubblico, di abitare la città e lo spazio. Luoghi di sosta, utopie realizzate. Il posto ideale per osservare quello che accade. Sulle panchine si contempla lo spettacolo del mondo, si guarda senza essere visti e ci si dà il tempo di perdere tempo, come leggere un romanzo. È proprio la loro gratuità, la loro grazia, che si vuole bandire dal nostro orizzonte? « Le mie preferite » confida Sebaste « sono quelle verdi a onda di una volta, di legno ».

12 commenti:

  1. Uno dei comuni è Treviso. nasce tutto da lì, da Gentilini!

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  2. A Torino sono ricomparse,specialmente nei giardini pubblici.Per me è stata una piacevole scoperta,abituato com'ero a quelle di paese.
    Sedersi su quelle di legno,d'estate,sotto gli alberi...lo trovo molto romantico e rilassante!

    Ciao aliza,buon inizio settimana.

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  3. sergio e sirio
    grazie della visita, buona settimana A.

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  4. Magnifico post !

    Disturbato dalla foto di quella bimba triste col medio alzato. Non pensavo proprio di vederla anche qui da te. Una brutta nota stonata. I bambini...andrebbero lasciati fuori dalle nostre miserie, almeno finchè sono bambini.

    Non so come scusarmi con te, ma tutte le volte che mi imbatto in questa immagine mi sento improvvisamente triste.

    Mi sono permessa troppa sincerità? Spero di saperlo presto.

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  5. la sincerità non è mai troppa, anzi per me è necessaria. Quando il 14 sett. 08 mi sono imbattuta in questa immagine l'ho trovata molto utile ed efficace ad esprimere i miei sentimenti rispetto alle iniziative del sig. Maroni rispetto ai bambini rom, sono d'accordissimo con te lasciamo i bambini fuori dalle nostra miserie, e siamo sinceri sulle nostre intenzioni. In quel periodo ho postato una poesia di A.Merini sull'argomento, te la copio:

    Le mie impronte digitali
    prese in manicomio
    hanno perseguitato le mie mani
    come un rantolo che salisse la vena della vita,
    quelle impronte digitali dannate
    sono state registrate nel cielo
    e vibrano insieme
    ahimè
    alle stelle dell'Orsa maggiore.

    cara muccina, grazie di avermi parlato, con amicizia A.

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  6. Che meraviglioso scorcio con le panchine,aliza!

    E con le panchine vengano pure le fontanelle (con il rubinetto!)

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  7. evviva, nel mio paese in piazza c'era
    una fontanella a cui si avvicinavano i cani per dissetarsi tendevano il muso e aspettavano, c'era sempre qualche passante che prontamente apriva il rubinetto...mi hai fatto ricordare Rolly, un pastore scozzese dei nostri vicini, a cui ho spesso aperto il rubinetto. Grazie Stella sei stata preziosa, è stato bello svegliare questo ricordo e farà senz'altro piacere anche a mia sorella (che come sai legge silenziosamente il blog)

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  8. Tutto è soggettivo e ognuno ha diritto di vedere le cose dal suo punto di vista. Anch'io.

    Le iniziative di Maroni verso i bambini rom andavano interpretate tenendo presente che molti di questi innocenti vengono spostati ad uso speculativo e "ritrovarli" è quasi sempre impossibile.
    La finalità quindi, poteva essere accettabile per aiutare le forze dell'ordine a tutelare questi minori.

    Ti assicuro che se l'obbligo di fornire le impronte digitali venisse esteso a tutti i cittadini, lo accoglierei senza scosse emotive, come le vaccinazioni.

    La sofferenza, anche quella della splendida Merini deriva dalla discriminazione. Questo è vero e comprensibile.

    Pur di salvare i bambini rom auspico l'estensione del prelievo delle impronte, a tutta la popolazione.

    La poesia di Ada è...incomparabile.

    A te cara Aliza un grazie per la risposta chiarificatrice. Bacio.

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  9. ti assicuro che se le impronte venissero prese a tutti i cittadini non avrei niente da dire, la discriminazione è ingiusta.
    Solo ai rom è ingiusto.
    Ciao a domani A.

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  10. Grazie Aliza, In fondo, non siamo fuori tema. Sedute sulla pamchina facciamo due chiacchiere, piacevoli perché non sono malevole e cercano un punto di incontro.
    E ci riescono perché usiamo perfino le stesse parole. La discriminAazione offende,in questo caso mi sembra attuabile a fin di bene, sempreché venga poi estesa A TUTTI.
    Quei bambini ai semafori, che se non raccolgono abbastanza se la vedono poi con la violenza, fanno male al cuore. Chi sono ? Come rintracciarli? E quelli in braccio a qualche ragazzina, che dormono perchè drogati? Ciao Aliza. Grazie per l'ascolto.

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  11. Conserviamo le nostre belle tradizioni: due belle chiacchere sulle panchine, un gelato, un panino,
    un buon libro, le parole incrociate...dei bambini che giocano vicino! Vi immaginate i campielli di Venezia senza panchine?
    Per quanto riguarda la foto della bambina credo che sia una immagine emblematica di un disagio che percepiamo, e poi i bambini fanno parte integrante di questa società e non si può lasciarli fuori da niente: bisogna attrezzarli per fronteggiare qualsiasi situazione.
    Ciao

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  12. trillina
    mi ha fatto piacere la tua visita,
    adesso poi che ho scoperto che abbiamo il gusto per la cucina in comune...baci A.

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