giovedì 13 novembre 2008

mi dispiace....molto

il nostro mondo bello e cattivo


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E' SUCCESSO A RIMINI, MA PUO' SUCCEDERE OVUNQUE

Un’aberrante pulizia sociale libera le strade da chi disturba
di MARINA CORRADI

Una panchina bruciata, una vecchia bicicletta, qualche fagotto gonfio di stracci. Quel che resta della "casa" del clochard che qualcuno l’altra notte a Rimini ha dato alle fiamme è ben poco.
L’uomo, terribilmente ustionato sulla metà del corpo, forse si salverà. Ma ciò che vacilla dopo una storia di assoluta gratuità del male è anche l’immagine di questa solare e benigna provincia adriatica, di cui tanti di noi conservano almeno un ricordo: la città delle fila sterminate di ombrelloni sgargianti, dei gelati e dei pedalò, dell’estate generosa e accogliente. E, anche e non in contraddizione, la città di don Benzi, di una carità generosa come un abbraccio, senza sospetti, senza carte d’identità, senza diffidenze. Ci raggela, ma non ci meraviglia che in certe periferie metropolitane desolate dei branchi di sbandati possano sfogare contro un barbone un odio oscuro, come abbeverato da frustrazioni e solitudini dentro a quei palazzi sfatti e tristi. Ma a Rimini, che senza timori accoglie ogni anno folle di stranieri, e notti infinite di adolescenti irrequieti, a Rimini dove Benzi andava a cercare a uno a uno per strada i drogati e le prostitute, la cieca gratuità di un simile male colpisce di più è come la sassata inattesa di un vandalo. Porta echi, l’atrocità della Colonnella, di idee malate di una "pulizia" sociale che liberi le strade da chi disturba, chi intralcia, chi sporca; echi di un feroce ordine che sopprima chi non è ben allineato al pubblico decoro. Individuando quasi, nell’emarginato, il capro espiatorio cui addossare la condanna per altre oscure, private e collettive rabbie. E' un meccanismo sociale elementare, che si osserva anche nelle società più primitive non appena la vita si indurisce, e occorre trovare un colpevole.
Ma che accada a Rimini, nella Romagna dalla cadenza dolce e pacata che accoglie pacificamente ogni estate una babele chiassosa e eterogenea, inquieta, come l’ombra di un deterioramento non immaginato. La voce del vescovo della città si è levata, a questa aggressione contro un uomo indifeso e contro Dio stesso che abita in lui. Molti si sono raccolti in una veglia di preghiera, nelle parole dell’antica tradizione cristiana che proprio nell’ultimo riconosce, più profondamente impresso, il volto di Cristo. E ancora ci è venuto in mente don Benzi. Come nelle sere d’estate sul lungomare camminava, con i suoi ottant’anni e la tonaca lisa, del tutto a suo agio tra quella folla vociante che lo urtava distratta. C’era di tutto, nel vento tiepido del mare: comitive di tedeschi alticci, belle donne, ragazzi, vecchi vestiti da giovani, poveri vestiti da ricchi, travestiti, mamme, bambini, accattoni. Ci disse don Benzi una di quelle sere: "Qui in mezzo io sto proprio bene. Faccio contemplazione. Cerco Cristo, nella faccia di tutti gli uomini che incontro". E fu come se in lui parlasse l’anima più splendida della città, l’anima cristiana, che riconosceva, nel brusio svagato di una notte di luglio, comunque l’uomo, e la sua radicale domanda.­Contro un uomo indifeso, e Dio stesso che abita in lui, ha detto il vescovo.
Certo il volto di Cristo era anche, stampato come un’orma, nella trama stanca di freddo e di solitudine di un inerme clochard addormentato.
Qualcuno non l’ha riconosciuta, nella eclisse totale della memoria del volto dell’uomo, e di Dio. Un istante di spaventosa cecità. Fiamme, ad ardere un povero cristo come si farebbe con un sacco di rifiuti. Fuoco, che si sprigiona in un bagliore sinistro, rigurgito di tenebre, fiato di odio dal sottosuolo. In quel clochard sbalordito che urlava, la attonita meraviglia dell’innocente sacrificato. In chi ha visto e saputo, il freddo addosso è come se qualcosa di molto grande l’altra notte a Rimini fosse stato oscurato.

da Avvenire

8 commenti:

  1. Una emozionante esposizione, la tua. Attraverso le tue parole l'angoscia ritorna e la pietà si fa strada.
    Ma di quei balordi capaci di tanta atrocità, che dire ? La Giustizia saprà essere giusta? Giusta non solo per punire, ma - anche - per capire. E dopo ? Che ne sarà di quell'uomo che - se sopravvive - avrà soltanto molta pena in più. Chi ha le risposte ?

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  2. Aliza barbarie che continuano...

    Ho seguito l'aberrante notizia...

    Gesù,colpito nuovamente!

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  3. E' stata una storia terribile, il nostro mondo ormai tende a non riconoscere il valore e la sacralità della vita: sta regnando i soldi e i suoi discepoli

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  4. Ciao aliza,ciò che scrivi fa star male!
    Viviamo purtroppo in un mondo che di valori ne ha sempre di meno,e pensare che su questa terra siamo solo di passaggio...
    Questa cattiveria (e viltà) gratuita va contro le più elementari basi della convivenza.

    Buon pomeriggio!

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  5. tutti
    grazie per aver condiviso la tristezza e aver ribadito il rifiuto di questa cattiveria gratuita, segno di vigliaccheria.
    vi abbraccio A.

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  6. Non sono particolarmente religiosa, ma don Benzi era un grande. Come tanti altri che lavorano per la parola di Cristo lontani dalle telecamere e dai lussi esibiti. Come quelli che puoi vedere su www.volint.com.
    Mentre quelli che hanno dato fuoco a quella povera anima sono piccoli e terrorizzati.
    gatta susanna

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  7. Io prenderei i "simpatici" autori di questa schifezza e farei a loro quello che hanno fatto al povero barbone. E al diavolo la Giustizia per una volta

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  8. fiammadighiaccio
    il tuo nome è tutto un programma...in
    ogni caso bruci, grazie del commento
    A.

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