Certo che triste quel caravanserraglio di vecchi presidenti sciancati o in carrozzella: il più sveglio sembrava Bush junior ed è tutto dire.
Certo che retorica in quel predicatore che ha chiesto a Dio di proteggere gli Stati Uniti d'America (e da noi, pioggia acida?)
Certo che noia quell'inno cantato da Aretha Franklin con un cappellino a ics che non metterebbe neanche la regina Elisabetta.
Certo che inutile pompa quelle ventidue macchine del corteo presidenziale: meglio se arrivava da solo, guidando un’utilitaria.
Certo che strazio quel vestito della First Lady: la stilista lo avrà ricavato dalle tende del salotto di sua zia.
Certo che logora quell’usanza di giurare davanti a un magistrato che se inciampi a metà della dichiarazione non ti fa neanche arrestare.
Certo che paroloni in quel discorso inaugurale: virtù, speranza, responsabilità, persino l’attraversamento del Delaware ghiacciato da parte di George Washington nella guerra di indipendenza. E neanche una barzelletta, un riferimento allo sport, una confezione d’odio da tenere a portata di mano per spalmarla addosso al nemico e sentirsi in pace con la coscienza.
Certo che energia in quell’uomo e in quella gente che ci crede ancora: nel suo Paese, nel futuro, nella possibilità di rigenerarsi e di cambiare nonostante.
Certo che invidia.
da Buongiorno di M. Gramellini la Stampa
Certo che retorica in quel predicatore che ha chiesto a Dio di proteggere gli Stati Uniti d'America (e da noi, pioggia acida?)
Certo che noia quell'inno cantato da Aretha Franklin con un cappellino a ics che non metterebbe neanche la regina Elisabetta.
Certo che inutile pompa quelle ventidue macchine del corteo presidenziale: meglio se arrivava da solo, guidando un’utilitaria.
Certo che strazio quel vestito della First Lady: la stilista lo avrà ricavato dalle tende del salotto di sua zia.
Certo che logora quell’usanza di giurare davanti a un magistrato che se inciampi a metà della dichiarazione non ti fa neanche arrestare.
Certo che paroloni in quel discorso inaugurale: virtù, speranza, responsabilità, persino l’attraversamento del Delaware ghiacciato da parte di George Washington nella guerra di indipendenza. E neanche una barzelletta, un riferimento allo sport, una confezione d’odio da tenere a portata di mano per spalmarla addosso al nemico e sentirsi in pace con la coscienza.
Certo che energia in quell’uomo e in quella gente che ci crede ancora: nel suo Paese, nel futuro, nella possibilità di rigenerarsi e di cambiare nonostante.
Certo che invidia.
da Buongiorno di M. Gramellini la Stampa
Mi sono commossa durante il discorso del Presidente Obama...
RispondiEliminaGli americani non si smentiscono mai: con un colpo di reni cambiano le carte in tavola e vanno avanti! Mi auguro che questo presidente faccia veramente la differenza e faccia sprofondare nella vergogna i nostri "vecchissimi" politici
RispondiEliminaè si in america sanno girare pagina quando serve , magari la cerimonia mi ha tratti commosso e a tratti annoiato
RispondiEliminaCerto che Gramellini mi piace proprio!!!! Certo che noi dagli Americani impariamo solo le cose peggiori.
RispondiEliminaGrazie Aliza! Buonanotte
L'America, al di la di tutto, è sempre l'America... E' il paese dove quel famoso sogno non è mai venuto meno!!!
RispondiEliminaFrancesca
Sull'abito della first lady concordo, non mi piaceva.
RispondiEliminaPer il resto sono americani, basta dire questo.
Un abbraccio forte
Mentre Obama parlava ho rivisto al suo fianco Martin Luther King nel 63...sembrano la stessa persona!
RispondiEliminaE' un uomo carismatico,io lo vedo un vincente.
In effetti siamo sempre pronti a criticare, forse -come evidenziato nel finale- per ... invidia!
RispondiEliminaObama mi sembra in gamba...speriamo porti una ventata d'aria fresca...
RispondiEliminaCinzia
Dopo Obama in USA la felicità sarebbe un Gandhi in Palestina ed una sinistra vincente, moderna ed ecologista in Italia (e non solo).
RispondiEliminaMa tutto non si riesce mai ad avere ...