....e si lascia morire di fame
In otto mesi 48 detenuti suicidi
DA MILANO ANDREA D’AGOSTINO Un lungo, macabro elenco di uomini disperati che si sono tolti la vita dietro le sbarre: ben 48 dal gennaio di quest’anno fino ad agosto. Numeri che vanno aumentando di anno in anno: i suicidi del 2009 sono infatti 18 in più rispetto ai primi 8 mesi dello scorso anno e 20 in più rispetto allo stesso periodo del 2007. Sono i dati che ha raccolto il Centro studi di 'Ristretti orizzonti' del carcere Due Palazzi di Padova. Nel 2006 si erano verificati 39 suicidi: il numero minimo - pari a 28 - è stato registrato proprio l’anno successivo, quando con l’indulto molti detenuti sono usciti fuori. Ma di nuovo, con il sovraffollamento delle carceri, il fenomeno è drammaticamente aumentato. Di questo passo, stima il rapporto, a fine anno si rischia di arrivare a un numero che supera i 70 suicidi: un triste primato mai registrato nelle carceri italiane. Il più giovane dei detenuti suicidi è stato un tunisino di 19 anni, ma altri 17 avevano tra i 20 e i 30 anni, a conferma che i giovani sono i soggetti più 'a rischio' in carcere. Gli italiani sono stati 28, gli stranieri 20 e le donne solo due. La tragica notizia del detenuto tunisino di 42 anni, morto dopo un mese di sciopero della fame a Pavia, ricorda inoltre una vicenda analoga: quella di Ali Juburi, 40enne iracheno morto nell’agosto 2008 dopo ben 80 giorni di digiuno nel carcere dell’Aquila. Sono numerosi i punti in comune nei due tragici casi, ricorda il rapporto: entrambi i suicidi erano stranieri, senza famiglia in Italia e senza denaro per garantirsi un’adeguata difesa. Juburi, inoltre, era finito dentro perché accusato del furto di un telefonino. Entrambi, infine, hanno protestato la loro innocenza rifiutando di nutrirsi. |
da Avvenire
Purtroppo, come al solito, a farne le spese sono i più deboli e chi innocente, magari lo era sul serio!
RispondiEliminaUn dramma che una società civile dovrebbe aver già risolto, invece sempre più ci sono storie come queste. Io seguo il blog di una mamma che suo figlio è stato vittima di una situazione analoga...solo che il suicidio non è così chiaro, ed è una madre coraggio che denuncia.
RispondiEliminahttp://nikiaprilegatti.blogspot.com/
La vicenda non può non sollevare almeno due grossi interrogativi:
RispondiEliminaIl primo è quello che riguarda la lunga catena di suicidi nelle carceri... e il caso di Niki (che anche la "signora in rosso" cita)ne è tremenda testimonianza...
Il secondo è quello che non può non far pensare che probabilmente il fatto che il detenuto fosse extracomunitario ha avuto il suo peso...
Vi racconto un episodio che mi è tornato alla mente.
Quando mio figlio primogenito frequentava l'Università, era entrato in contatto con alcuni gruppi di volontariato nella città sede dei suoi studi.
In particolare con quelli che operavano all'interno di un Centro di Raccolta di clandestini...
Una mattina (riporto il suo racconto) mancava un ragazzo all'appello... lo trovarono impiccato in bagno... privo dei documenti.
Mio figlio ha sempre detto che "è stato suicidato"...
Ciao Aliza, buon finesettimana
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