sabato 14 novembre 2009

ma siamo così....?

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CODA DI SCORTA

Siamo un Paese meraviglioso. Nel pomeriggio in cui le legioni avvocatesche del premier escogitavano la delizia del Processo Breve, nell’aula della Camera si discuteva della coda dei cani, se fosse giusto o meno tagliarla a quelli da caccia, e senza nemmeno trovare un accordo, come ha rivelato Totò Di Pietro ad Annozero. Cacciatori a favore, animalisti contrari, laici e cattolici divisi. Si ignora la posizione della Binetti. Ma si deve senz’altro deplorare l’inefficienza di un sistema che non consente anche alle bestie di farsi delle norme su misura: certe leggi «ad canem» sarebbero sicuramente più equilibrate e rispettose dei loro corrispettivi umani.

A proposito di code, e di chi cerca di tagliarle, si è avuta conferma che nella patria delle scorte, dove anche l’ultimo tirapiedi del potere sgomma per le strade delle città fra pretoriani incaricati di proteggerlo non si sa da chi, forse dalla furia di qualche automobilista che si vede sorpassare nel traffico, ecco, in questo immondo scortificio è stata tolta la protezione a uno dei pochi che ne avessero davvero bisogno: il capitano Ultimo.

Ma poiché siamo un Paese effettivamente meraviglioso (quando gli va), è giusto aggiungere che proprio ieri i carabinieri del Nucleo scorte di Palermo hanno deciso di accompagnarlo nel tempo libero, pagando la benzina di tasca propria, ogni volta che l’uomo che arrestò Riina andrà in Sicilia per testimoniare nei processi contro Cosa Nostra. Perché per poter fare la cosa giusta, in questo Paese meraviglioso, certe volte bisogna mettersi in ferie.

da Buongiorno di M. Gramellinini La Stampa

4 commenti:

  1. Il cuore è sempre più grande dei numeri quando è alimentato di speranza!

    Grazie per il tuo spazio!

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  2. Cara amica, ti porto tanti cari saluti. Ti auguro buona domenica!

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  3. Certe volte mi verrebbe voglia di fare il cecchino e di togliere da questo paese un gran bel numero di deficienti.

    Ultimo è un mito. Trattarlo così è un'indecenza.

    Bacio

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  4. Siamo un paese fantastico, ma per accorgersene bisogna allontanarsi dal potere, dalla troppa ricchezza, dalla fama, dai mass media.

    Bisogna risalire a piedi, nella nebbia le silenziose calle veneziane o attraversare in bicicletta la campagna coperta dalla bruma. O ancora, allungare i piedi sotto il tavolo di una vecchia trattoria, di quelle con le tovaglie di plastica e le seggiole che sembrano rubate all'oratorio e bere un bicchiere di clinto, cattivo, tanninico e aspro come veleno.

    Lontano ... lontano da da silvio, da bondi, da cuto, dal parlamento, dalle bugie, dagli interessi di questo o di quello.

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