mercoledì 11 novembre 2009

Marco Paolini...

...mi piace, direi di più riscatta il Veneto, punto


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Paolini, tivù amara ma vera

Vince Paolini, vince la suggestiva collocazione al porto di Taranto in mezzo ai container, sullo sfon­do di una città notturna che si riflette nel mare: I Miserabili su La 7, che per tre ore senza pub­blicità ha incatenato oltre 1 mi­lione di telespettatori (4,8% di share), in una presenza costan­te che richiamava l’esclusività gelosa del teatro più che i tempi morti della tv, sono stati esempio, una volta di più, della possibilità di innovare e di esige­re. Perché Paolini, con la sua portentosa narratività fluente, incatena e costringe, senza lasciare respi­ro: e lo si ascolta ad occhi spalancati, accettando la sua interpretazione del dopo-il Muro intrisa di u­na sorta di rimpianto. Di fronte ai vent’anni se­guenti al crollo del Muro di Berlino – che l’autore ha siglato con il riferimento a Margaret Thatcher, al liberismo, alle privatizzazioni, al consumismo, al predominio della finanza – il bilancio è amaro: e «l’uomo con il carrello del supermercato», colui che esiste solo in funzione di ciò che acquista e che con­suma, è la triste parafrasi di un presente smorto e senza speranza: quella speranza che, attraverso le canzoni dei Mercanti di Liquore e la citazione finale della Libertà di Gaber, sola può risollevare un mon­do in cui la povertà diventa miseria e il futuro è gri­gio. Un lungo monologo che si avvolge su se stes­so con divagazioni repentine e rimandi a ellisse in una rivisitazione nostalgicamente rabbiosa, nella quale Victor Hugo e Marx si incontrano per deli­neare le sorti di un mondo immiserito che cerca ri­scatto. Povertà non è uguale a miseria, la Bella E­poque e il nostro amaro presente… Parole che vo­gliono evocare e provocare, di fronte a occhi atten­ti e volti scuri. Alla fine, il dibattito fra il pubblico infreddolito è una rischiosa calata negli avvilimen­ti personali, nelle rancorose accuse a un mondo che si sente nemico. La speranza? La libertà? La se­rata si chiude mestamente, il freddo non è soltan­to una sensazione, ma una epitome, il sunto di u­na immagine del presente che la notte oscura.

da Avvenire di M. Poggialini



per tutte le volte che mi vergogno di essere Veneta...
per tutti i leghisti...
e per tutta quella brutta televisione....
per tutte le volte che penso non c'è speranza sono
dei testoni irrecuperabili...
per Maria de Filippi...
per gli scatoloni dei fatti vostri...
per il grande fratello.... OOOH YESSSS!!!!

7 commenti:

  1. io lo adoro punto e virgola
    e sottoscrivo quello che hai detto, lunedì sera abbiamo visto una pagina di vera televisione, mi ha commosso e mi ha fatto sentire orgogliosa di essere veneta. Un Bacione

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  2. non commento....
    non c'è altro da dire
    se non giustamente riflettere
    ciao

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  3. L'ho visto ieri sera! E apprezzato come sempre. Lui, non delude mai.

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  4. Rispondo qui al tuo commento fatto da me. Oggi è stata proprio una bella giornata. Hai visto come si vedevano le montagne piene di neve?? L'estate di San Martino...rispettata! Ciao

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  5. per tutte le volte che mi sono vergognata di essere italiana
    L'unica volta che non mi sono addormentata davanti alla TV
    Grazie Paolini. Grazie Aliza
    Oh Yessss!!!!!!:)))

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  6. Amo Marco Paolini!!!
    Quando la mia Azienda ha festeggiato il 100° di Fondazione (nel 2006) ho chiesto e OTTENUTO che si mettesse in calendario anche uno spettacolo di Marco Paolini...
    A dirla proprio tutta ho anche chiesto e OTTENUTO di andare nel suo camerino prima dello spettacolo ad accoglierlo e a conoscerlo.
    E ho avuto conferma che oltre che un grande attore è anche un uomo interessantissimo.
    Il mio sogno era che inserisse nel suo spettacolo anche una parte tratta da un mio libro. Ma ovviamente è rimasto un sogno. Però mio ha detto che gli ha fatto piacere leggerlo... e io ho camminato tutta la sera sospesa a 15 cm dal pavimento.
    Poi mi piace la sua collaborazione con i Mercanti.
    E adoro che a fine spettacoli chiami il pubblico ad alzarsi e ad andare sottopalco a cantare con loro.
    Cosa che io (quando passa da queste parti) faccio ovviamente.
    E dato che non posso vantarmi di essere veneta come lui, mi vanto di essere sua coetanea.
    W il 1956!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  7. Viva Paolini e tutti isuoi spettacoli, uno più bello ed interessante dell'altro!

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