martedì 5 giugno 2012

mi piacciono i paesi del Nord Europa

...ma questa poesia mi fa pensare alla paura,
quando ci prende da togliere il respiro...


mare-tempesta-rocce.jpg (640×427)
(Google)



Una notte d’inverno

La tempesta poggia la sua bocca alla casa
e soffia per emettere un suono.
Dormo inquieto, mi giro, leggo
il testo della tempesta assopita.

Ma gli occhi del bambino sono spalancati al buio
e il temporale mugola per lui.
Entrambi amano le lampade che dondolano.
Entrambi sono a metà strada dal linguaggio.

La tempesta ha mani infantili e ali.
La carovana si lancia verso la Lapponia.
E la casa avverte la sua costellazione di chiodi
che tiene insieme le pareti.

La notte è immobile sul nostro pavimento
(dove tutti i passi attutiti
riposano come foglie affondate in uno stagno)
ma fuori infuria la notte!

Sul mondo passa una piú grave tempesta.
Poggia la sua bocca alla nostra anima
e soffia per emettere un suono – temiamo
che la tempesta soffiando ci svuoti.

Tomas Transtromer

1 commento:

  1. Che bella questa poesia, leggendola si a il senso della solitudine temeraria in un immenso vuoto.
    Veramente bella cara Aliza.
    Tomaso

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