martedì 28 aprile 2015

la misericordia

io ho bisogno di misericordia, mi rallegro di averla
sperimentata, grazie a Dio





Ingresso - Cristo.jpg (295×410)


La misericordia della porta accanto

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È l’esortazione a quella quotidianità, all’esercizio di quella che potremmo chiamare "la misericordia della porta accanto" senza la quale niente, del discorso di Francesco, si regge. Perché, al di là di tutte le cose dette e delle belle, e magari anche giuste, parole spese sul Giubileo, se come cristiani non vogliamo barare di fronte alla provocazione del Papa, è indispensabile che la misericordia di cui oggi ci viene offerta un’occasione irripetibile di riscoperta diventi lo stile di ogni giorno. In famiglia, nel condominio in cui si vive, nel traffico, al lavoro, nel correre e scorrere della vita.

Non si è il cemento che sostiene quell’architrave se non si è parte viva di quella stessa architrave. E nessuna società potrà rigenerarsi nel segno della misericordia se i credenti non sapranno contagiare di essa, ma sul serio, il loro piccolo mondo. «Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre», ha scritto Francesco nella prima riga della Bolla. Quel Padre che ha avuto compassione dell’uomo e, attraverso il figlio, lo ha avvolto con la sua misericordia per salvarlo. Oggi, ci dice Francesco, il volto della misericordia dev’essere il nostro, quello di ciascuno di noi. Quella faccia che vediamo ogni giorno allo specchio, e nella quale chi ci incontra deve poter riconoscere la forza rivoluzionaria dell’amore di Dio, che cambia tutte le cose.

Salvatore Mazza  -  Avvenire

1 commento:

  1. Cara Aliza, la parola, misericordia è già da tanto tempo che molti la anno dimenticata,
    ognuno di noi abbiamo imparato già al catechismo la parola misericordia, è stato Dio che ce la ha insegnato, cerchiamo di non dimenticarlo mai!
    Ciao e buona giornata cara amica.
    Tomaso

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