mercoledì 20 agosto 2008

Questo é il "Buongiorno" di Gramellini

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L' autunno della carota

Molti anni fa, in un ufficio postale, assistetti a una scena che non mi è più uscita dalla memoria. Al di là dello sportello un impiegato litigava con il suo capo a proposito di qualche beneficio economico che lui non aveva ricevuto. «Cosa credi, anch’io ho una bocca per mangiare», urlava. E l’altro: «Hai anche due braccia e un cervello per lavorare. Usali!». Seguì una sollevazione degli impiegati, compresi quelli che il premio lo avevano intascato, per protestare contro la «grave intimidazione» subìta dal collega. Erano gli effetti di quell’utopia egualitarista, truccata da solidarietà di classe, che dal Sessantotto si è trascinata fino ai giorni nostri: le persone non vanno gratificate in base ai meriti ma alle necessità. E poiché le necessità sono le stesse per tutti (la famosa bocca per mangiare), anche i riconoscimenti professionali devono essere garantiti nella stessa misura al diligente e al lavativo, che il linguaggio moderno definirebbe «diversamente sgobbone», nel senso che impiega le sue migliori energie a scansare le responsabilità.

Saluto quindi con entusiasmo l’ondata di meritocrazia che sta per infrangersi sulle aride spiagge del Moloch pubblico (vedi l’inchiesta di Sansa alle pagine 8 e 9), in quello che si annuncia come l’autunno della carota: soldi agli studenti secchioni e agli impiegati laboriosi, elenchi dei più meritevoli pubblicati su internet. L’unico problema è lo stesso che stiamo vedendo alle Olimpiadi: le giurie. Non vorrei che alla fine «premiato» facesse rima con «raccomandato». Chi studia e lavora sul serio non ha tempo di iscriversi a nessun clan.
da "La Stampa"

art. di Ferruccio Sansa
In principio c’era stata la primavera del bastone, con il ministro Renato Brunetta che ha ingaggiato una lotta ai fannulloni. Ma in fondo il fenomeno è stato planetario, seppur diverso a ogni latitudine. Così nel Sud della Cina, nello Shenzhen, un’azienda ha vietato ai dipendenti fannulloni di parlare per non sottrarre tempo al lavoro. I trasgressori devono lavorare tre giorni con una mascherina sulla faccia. Silenzio.

Ma la stagione del bastone doveva alternarsi con quella della carota. Lo ha spiegato ieri Brunetta, sempre lui, che ha “sfilato” 200 milioni dal contratto degli statali proprio per premiare i lavoratori volenterosi: «Si parte a settembre. Valorizzeremo il merito. Sul sito internet del ministero renderemo note le eccellenze nella pubblica amministrazione. Premierò i meritevoli: non solo con la medaglietta, ma con i soldi e la carriera».

Non è soltanto una questione di denaro, però. In un periodo di vacche magre ci si può accontentare di una menzione: una volta c’era il tabellone all’ingresso della fabbrica, oggi si può ambire a una citazione su internet.

Questo mi preoccupa

8 commenti:

  1. Discorso lungo però, stringendo, mi limiterò ad indicare ciò che sarebbe apprezzabile : retribuzione dignitosa per tutti e riconoscimenti concreti e formali ai più meritevoli.

    Ultimamente, purtroppo, chi si recava al lavoro con qualche linea di febbre perchè sapeva che la sua assenza avrebbe fatto ricadere sui colleghi un maggior carico di incombenze....si sentiva poi un po' minchione quando il collega in ferie aggiungeva un po' di giorni di assenza perchè aveva qualche linea di febbre.

    Sei troppo in gamba per formalizzarti su quello che è solo un esempio, ma ammettiamolo con onestà : fin qui dare il meglio non era molto conveniente.
    Premiare la meritocrazia è sempre doveroso e incentivante.

    Rimane solo la speranta che nuove norme vengano applicate "con giustizia" Questo è lo scoglio!

    Buona serata.

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  2. Il problema, a mio avviso, è duplice: da un lato esiste la questione di chi lavora meno e male, dall'altra abbiamo una classe imprenditoriale e governativa sempre più ostile ai lavoratrori.

    Credo che la meritocrazia sia importante se fatta seriamente.

    Credo che ci siano molte categorie di lavoratori sottopagate a partire dai docenti per arrivare alle forze dell'ordine, ai Vigili del Fuoco ecc...

    Credo che mettere questi ed altri lavoratori nella condizione migliore per lavorare, potrebbe poi permettere anche di poter richiedere maggiore serietà e quindi colpire anche con maggiore credibilità atteggiamenti non proprio ortodossi di molti altri lavoratori nel settore pubblico principalmente ma non soltanto.

    Il problema è che non avverto la "buona fede" ed il buon senso necessari per realizzare al meglio tutto questo.

    Ciao Aliza
    Daniele

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  3. Questo è lo scoglio e questo mi preoccupa, perchè temo che questo farà nascere tra colleghi diffidenze, invidie, opportunismo. Conosciamo l'animo umano e le bassezze di cui è capace, io penso che quello del premio ai più bravi sia un metodo educativo un po infantile...quanto vorrei quel tavolino al bar, del castello di Brescia. Per oggi ti saluto A.

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  4. X Daniele: infatti io, (ma io non conto) avrei dato altre priorità, ci sono categorie proprio in difficoltà.
    Speriamo bene è l'idea della carota che mi fa venire i brividi...ciao A.

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  5. Nel momento in cui la meritocrazia è completamente assente, l'emergenza è ripristinarne un minimo; anche perché in certi ambienti ad impegnarsi si viene pure trattati come un fastidio.

    La possibilità per chi si impegna di percepire un premio in denaro solleverà qualche invidia, ma almeno fornisce una giustificazione ed una gratificazione (perlopiù morale, viste le cifre) ai dipendenti pubblici che da sempre danno più del minimo obbligatorio.
    Incrociamo le dita e speriamo ...

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  6. Aliza, io sono favorevole alla meritocrazia, ma non credo che questo ministro abbia quello in mente. Mi spiego:
    1) Non è vero che tutti i lavoratori del pubblico impiego siano furbi o fannulloni; di certo ce ne sono, ma come in tutti i settori;
    2) credo che gli sprechi nel settore pubblico si possano limitare riducendo gli stipendi esagerati di certi altissimi dirigenti e tagliando certe consulenze inutili, e non certo colpendo il piccolo impiegato nei suoi giorni di malattia (vera, non inventata, ovvio);
    3) perché la moralizzazione riguarda solo il settore pubblico? Credo che nessuno debba imbrogliare, né pubblico né privato. O no?
    4) L'unica cosa su cui sono d'accordo è l'elevazione delle ore in cui il lavoratore deve stare in casa. Se sta male, sta male, dico io. Pertanto dove deve andare?
    Cordiali saluti
    gatta susanna
    (ildiariodisusanna.blogspot.com)

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  7. vedo che siamo d'accordo. Io mi auguro anche che la "gestione" della meritograzia non aumenti rivalità e ingiustizie tra colleghi.
    Grazie di essere passata da me
    ciao A.

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  8. Sono con te: temo tanto che la meritocrazia sarà la conseguenza del leccapiedismo (per non dir peggio).
    Perché mi sa tanto che il "capo" si comporterà nel modo n. 1 o nel modo n. 2.

    Modo n. 1: è pavido, non vuol litigare, non ha il coraggio di scontentare nessuno e spargerà meriti a tutti, a pioggia, dove chiappa chiappa.

    Modo n. 2: è un prepotente, disonesto e dalla mentalità camorrista (e ce ne sono al nord, al sud, al centro...), talché distribuirà prebende a chi gli lucida meglio le scarpe. E diciamo le scarpe.
    Non vedo soluzioni a breve...
    gatta susanna

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