In Africa e Asia milioni di loro penalizzate da ostacoli economici e culturali
DA PARIGI DANIELE ZAPPALÀ Per molte di loro, varcare la soglia di una classe e tenere una matita in mano resterà un sogno. Sono milioni le bambine africane e asiatiche che rischiano di scivolare per sempre nel pozzo scuro dell’analfabetismo. Eppure, l’istruzione primaria per tutti resta uno degli 'obiettivi del Millennio' da raggiungere entro il 2015. Un altro traguardo eleborato a tavolino che si scontra con i dati di realtà. Ufficialmente, i governi aumentano spesso la spesa nell’istruzione. E i centri missionari, accanto alle iniziative di certe ong internazionali, cercano di portare penne e quaderni fin nelle zone rurali più inaccessibili. Persino in quelle campagne etiopi dove ancora neppure 5 bambini su 100 finiscono le elementari. Ma per le bambine gli ostacoli da superare possono restare lo stesso troppi. Le aule non sono sempre vicine alle comunità. Oppure mancano le condizioni di sicurezza minime lungo il percorso, soprattutto in quei Paesi appena usciti da conflitti o ancora in stato di guerra latente. A volte le scuole ci sono, ma mancano di servizi igienici separati o di acqua corrente. E anche quando tutti questi ostacoli sono stati superati, davanti alle bambine può aprirsi la voragine dell’emarginazione rispetto ai coetanei maschi. Gli stessi manuali promuovono ancora in molti Paesi un’immagine femminile distorta o sminuita. E talora insegnanti succubi di pregiudizi atavici relegano le ragazzine agli ultimi banchi. Le lezioni di matematica e di scienze, in particolare, possono trasformarsi così in un’autentica apartheid: le alunne alzano la mano per intervenire, ma nessuno permette loro di aprire bocca. Quando le popolazioni entrano nel mirino del fondamentalismo, come in vaste regioni del Pakistan e dell’Afghanistan, gli ostacoli culturali invisibili si trasformano per le bambine in un vero e proprio muro. Le scuole per ragazze chiudono o sono tenute sotto costante assedio. E in molte città, non saranno i governi a poter imporre il contrario. Lo scorso novembre, 15 adolescenti si recavano a scuola a Kandahar, l’ex quartier generale dei talebani. Un commando a bordo di moto ha strappato loro il burqa, spruzzando poi acido sui volti. Si tratta di blitz mostruosi che finiscono sempre per seminare nuovo panico in intere città. Nella valle di Swat, in quel Pakistan nordoccidentale oggi sotto il giogo talebano, il 2008 si è chiuso con l’ultimatum lanciato dai luogotenenti del mullah Fazlullah: chiudere le scuole femminili entro il 15 gennaio. Le famiglie di quarantamila bambine e adolescenti hanno dovuto scegliere fra sottomissione ed esilio. |
da Avvenire
Tradizionalmente in ogni paese per le donne la strada per arrivare alla libertà ed all'emancipazione è stata lunga e faticosa. Io spero che un giorno tutte le bambine del mondo possano avere gli stessi diritti e le stesse opportunità.
RispondiEliminaUn bacione
Sono fiduciosa che, forse non in tempi brevi, anche in quei paesi le donne potranno studiare e accedere a tutti i livelli di scuola superiore...
RispondiEliminaNon dimentichiamo che anche in Italia, fino ad un secolo fa, laurearsi per una donna era un fatto eccezionale... mentre oggi sono le donne le laureate più numerose in certi settori e, aggiungerei anche, quelle che ottengono voti più alti!!!
In certi paesi bisogna combattere contro secoli e secoli di tradizioni distorte e maschilismo... ma ho fiducia nelle nuove generazioni!!!
Un abbraccio
Francesca
Purtroppo c'è ancora una mentalità da scalzare,più o meno appariscente.
RispondiEliminaSe in talune Regioni del mondo la donna viene ancora tenuta sottomessa il motivo è che l'uomo la teme!
Non credo che sia una situazione solo dei paesi islamici,la vedo generalizzata...
Buona serata.
Panorama desolante, davvero. Però.....da sempre, quando si comincia parlarne, si comincia anche a dare uno scossone a situazioni statiche da sempre. Ed è già un inizio !Nuom vine settimana.
RispondiEliminaEssere una bambina e poi una donna è dura, in molti paesi. L'unica strategia è battersi e aiutare chi cerca di dare un futuro vero a tante bambine, senza istruzione saranno sempre prigioniere
RispondiEliminaCiao aliza,il progetto di Blessing è partito.
RispondiEliminaNessuna scusa potrà mai essere giustificabile per i bambini che non vanno a scuola. E' una vera vergogna!
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