lunedì 23 marzo 2009

musicisti di strada

http://www.feastofmusic.com/feast_of_music/images/2007/04/15/dsc03877.jpg


Un violinista nella metro

Un uomo si mise a sedere in una stazione della metro a Washington DC ed iniziò a suonare il violino; era un freddo mattino di gennaio. Suonò sei pezzi di Bach per circa 45 minuti. Durante questo tempo, poiché era l'ora di punta, era stato calcolato che migliaia di persone sarebbero passate per la stazione, molte delle quali sulla strada per andare al lavoro.
Passarono 3 minuti ed un uomo di mezza età notò che c'era un musicista che suonava. Rallentò il passo e si fermò per alcuni secondi e poi si affrettò per non essere in ritardo sulla tabella di marcia.
Alcuni minuti dopo, il violinista ricevette il primo dollaro di mancia: una donna tirò il denaro nella cassettina e senza neanche fermarsi continuò a camminare.
Pochi minuti dopo, qualcuno si appoggiò al muro per ascoltarlo, ma l'uomo guardò l'orologio e ricominciò a camminare.
Quello che prestò maggior attenzione fu un bambino di 3 anni. Sua madre lo tirava, ma il ragazzino si fermò a guardare il violinista. Finalmente la madre lo tirò con decisione ed il bambino continuò a camminare girando la testa tutto il tempo. Questo comportamento fu ripetuto da diversi altri bambini. Tutti i genitori, senza eccezione, li forzarono a muoversi.
Nei 45 minuti in cui il musicista suonò, solo 6 persone si fermarono e rimasero un momento. Circa 20 gli diedero dei soldi, ma continuarono a camminare normalmente. Raccolse 32 dollari.
Quando finì di suonare e tornò il silenzio, nessuno se ne accorse. Nessuno applaudì, ne' ci fu alcun riconoscimento.
Nessuno lo sapeva ma il violinista era Joshua Bell, uno dei più grandi musicisti al mondo. Suonò uno dei pezzi più complessi mai scritti, con un violino del valore di 3,5 milioni di dollari.
Due giorni prima che suonasse nella metro, Joshua Bell fece il tutto esaurito al teatro di Boston e i posti costavano una media di 100 dollari.
Questa è una storia vera. L'esecuzione di Joshua Bell in incognito nella stazione della metro fu organizzata dal quotidiano Washington Post come parte di un esperimento sociale sulla percezione, il gusto e le priorità delle persone. La domanda era: "In un ambiente comune ad un'ora inappropriata: percepiamo la bellezza? Ci fermiamo ad apprezzarla? Riconosciamo il talento in un contesto inaspettato?".

Ecco una domanda su cui riflettere: "Se non abbiamo un momento per fermarci ed ascoltare uno dei migliori musicisti al mondo suonare la miglior musica mai scritta, quante altre cose ci stiamo perdendo?"

9 commenti:

  1. Troppe cose ci perdiamo, questa è la realtà!

    Io ho la fortuna di poter dilatare i miei momenti di svago nella giornata non lavorando, ma quanti possono fare lo stesso? L a nostra vita ci costringe a ritmi troppo frenetici e il rischio è proprio quello di perderci la parte migliore da gustare.

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  2. Ciao cara, in effetti abbiamo tempo per fermarci ad osservare e a vivere davvero le cose?
    Molto spesso no. Che peccato.

    Un abbraccio e felice settimana

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  3. Sono d'accordo con Angelo Azzurro e Kylie...andiamo troppo di fretta e spesso nn gustiamo certe cose che invece meriterebbero di essere gustate!
    Baci
    Cinzia

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  4. Bellissimo questo post. Educativo.
    Sono stata colpita dai musicisti di strada a Parigi, salgono sul metrò e suonano, tu ascolti, dai il tuo contributo, e quando si allontanano per andare in un altro scompartimento la loro musica ti manca!
    nb- chissà se tra quelli che ho visto io ce n'era uno di famoso?

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  5. Anch'io, come un bambino, mi fermo ad ascoltare i musicisti di strada. E la moglie, spesso, mi trascina via.

    Che sia rimbambimento?

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  6. @ tutti
    purtroppo ho poco tempo, anche perché devo usare il pc di Pino e non vengo molto a commentare, una letta e via.
    Grazie, la vostra presenza mi fa molto piacere, bacioni a tutti A

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  7. Mi è capitato Aliza,mi sono fermato e l'ho ascoltato,suonava in una via del centro di Torino e come me si sono fermati molti altri!
    Alla fine l'abbiamo applaudito,meritava veramente.
    Mi sono avvicinato a lui,parlava anche italiano; mi disse che faceva parte dell'organico dell'orchestra Ciaikovsy, dovette emigrare perchè le sue idee non erano "conformi" al regime sovietico...
    La morale è quella che hai scritto,correndo sempre non ci si accorge di ciò che stiamo perdendo,in qualunque campo!

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