martedì 22 settembre 2009

di cosa parliamo oggi??

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Trento prega per i morti nel canale di Sicilia


TRENTO. Il tam tam del bongo suonato dai giovani eritrei
ha riempito di commozione le navate romaniche della cattedrale
con 1.500 persone, trentini e immigrati insieme nei banchi,
convocati domenica sera per la prima volta a pregare per le
vittime del lontano canale di Sicilia: 450 in tutto il 2009. Ma
si voleva avvicinare il pensiero anche quanti muoiono già
prima, nel deserto, vittime 'del terrore, della violenza degli
approfittatorio delle leggi antiuomo'. Non solo.
Don Beppino Caldera, responsabile
di 'Migrantes' e del Centro missionario, spiegava all’inizio
dell’Eucaristiache noi stessi «non dobbiamo chiederci
dov’era Dio nello stretto di Sicilia,
ma dove siamo oggi, chiamati alla preghiera e all’accoglienza
per qualsiasimigrante in difficoltà».

Annuivano studenti universitari e lavoratori eritrei, che
hanno portato alcentro del presbiterio la loro bandiera
(assieme a quella arcobaleno) listata
a lutto nel ricordo dei 73 connazionali inghiottiti dallo Stretto,
mentre unadonna ucraina dava voce ai drammi dei profughi
dell’Est europeo e deibambini sfruttati.
Ma il momento più toccante è arrivato alla preghiera
dei fedeli, quando una una mamma congolese ha rivolto
una preghiera alSignore «per tutte le mamme del nostro
continente che vedono spegnersila loro speranza.
Mamme che affidano i loro figli a realtà sconosciute e poi
li vedono scomparire nel silenzio nel deserto, sui barconi,
nei container.
A loro torna solo il silenzio della sconfitta, dell’ingiustizia,
della morte».

Parole forti, che sottraggono il
dramma del Mediterraneo
alle polemichesui respingimenti per ricondurlo alla dimensione
degli affetti e della dignitàumana calpestata.
«Questi fatti non creano purtroppo in noi ancora
inquietudine e indignazione, rimbalzano contro il muro di gomma
della nostra indifferenza», rilevava il rettore del Seminario,
don Renato Tamanini, cheindicava invece «la strada verso un mondo
nuovo, dove si pratica l’ospitalità
e dove c’è posto per tutti: è la strada di chi abbraccia il bambino
indifeso,il più piccolo del Vangelo».

Al termine dell’incontro in Duomo, già segnalato dall’arcivescovo
Luigi Bressan,è venuta anche la proposta di una staffetta di
digiuno e solidarietà con le vittime innocenti del Mediterraneo.

Diego Andreatta

da Avvenire

8 commenti:

  1. E poi dicono che non siamo in guerra....siamo in guerra contro i poveri, contro quelli che per una vita migliore affrontano viaggi disumani, per poi essere abbandonati a una sorte peggiore di quella che hanno lasciato!

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  2. Dove'era Dio? Dio è lì dove operano gli uomini di buona volontà. Egli ha biosgno degli uomini non meno di quanto gli uomini hanno bisogmo di Lui!

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  3. Questo brano mi è rimasto in testa:

    ho avuto fame e mi avete dato da mangiare,
    ho avuto sete e mi avete dato da bere;
    ero forestiero e mi avete ospitato,
    ...

    Già, ospitato.

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  4. Ecco, è quel muro di gomma che preoccupa molto. L'indifferenza è fra i peggiori sentimenti.

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  5. Sono molte le atrocità ed i pericoli nel mondo, ma il male peggiore è l'indifferenza.
    Cinzia

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  6. ... E CI DICIAMO "PAESE CIVILE"...

    Grazie di averci portato questa testimonianza di un gesto che ci parla ancora di vera umanità.

    Un abbraccio a tem cara Aliza.

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  7. Ciao Al! Tutto OK? E' da un pò che non posti...

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  8. Angelo mi ha preceduta...volevo farti la stessa domanda...
    Ciao
    Cinzia

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