sabato 27 marzo 2010

piccola soddisfazione

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VERITÀ E SCONCEZZE
di MARCO TARQUINIO
Pochi lo sanno, pochi ci credo­no, ma anche i giornalisti han­no il loro tribunale. Un tribunale morale, ma con un potere vero. Se qualcuno di noi scrive «falsamen­te » e mette in circolo «informazio­ni non vere» e perciò «viola la di­gnità e l’onore » di una persona «compromettendo il rapporto di fi­ducia tra stampa e lettori» e tutto questo viene provato, per lui scat­tano sanzioni. E la sua colpa viene proclamata al cospetto dell’opi­nione pubblica. È accaduto ieri a Vittorio Feltri, condannato in pri­mo grado dall’Ordine dei giornali­sti di Milano. I lettori di Avvenire ne conoscono benissimo il motivo: perché dal 28 agosto 2009 per die­ci giorni di fila scrisse con ferocia e malizia falsità contro Dino Boffo, per quindici anni generoso e lim­pido direttore di questo giornale, arrivando ad attaccare la stessa Chiesa. Poi – tre mesi dopo – Feltri fece ammenda, a fatica. E dopo qualche altra settimana tornò a far­si sentire, industriandosi ad alzare polveroni per coprire le proprie col­pe. Se ora, per lui, c’è ' solo' una pesante sospensione e non una de­finitiva radiazione dalla professio­ne giornalistica, non è per le corti­ne fumogene, ma perché, in qual­che modo, a dicembre, provò in parte a rimediare al malfatto.

da Avvenire

3 commenti:

  1. Fatto bene! Anzi dovevano essere più severi. Ciao, buona domenica

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  2. Pochi 6 mesi! Dovevano sospenderlo per sempre. E' un personaggio squallido!

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  3. Sono d'accordo con Sergio: sei mesi sono pochi per tale individuo!
    Mi fa venire l'orticaria quando lo sento!!

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