VERITÀ E SCONCEZZE
di MARCO TARQUINIO
Pochi lo sanno, pochi ci credono, ma anche i giornalisti hanno il loro tribunale. Un tribunale morale, ma con un potere vero. Se qualcuno di noi scrive «falsamente » e mette in circolo «informazioni non vere» e perciò «viola la dignità e l’onore » di una persona «compromettendo il rapporto di fiducia tra stampa e lettori» e tutto questo viene provato, per lui scattano sanzioni. E la sua colpa viene proclamata al cospetto dell’opinione pubblica. È accaduto ieri a Vittorio Feltri, condannato in primo grado dall’Ordine dei giornalisti di Milano. I lettori di Avvenire ne conoscono benissimo il motivo: perché dal 28 agosto 2009 per dieci giorni di fila scrisse con ferocia e malizia falsità contro Dino Boffo, per quindici anni generoso e limpido direttore di questo giornale, arrivando ad attaccare la stessa Chiesa. Poi – tre mesi dopo – Feltri fece ammenda, a fatica. E dopo qualche altra settimana tornò a farsi sentire, industriandosi ad alzare polveroni per coprire le proprie colpe. Se ora, per lui, c’è ' solo' una pesante sospensione e non una definitiva radiazione dalla professione giornalistica, non è per le cortine fumogene, ma perché, in qualche modo, a dicembre, provò in parte a rimediare al malfatto.
da Avvenire
di MARCO TARQUINIO
Pochi lo sanno, pochi ci credono, ma anche i giornalisti hanno il loro tribunale. Un tribunale morale, ma con un potere vero. Se qualcuno di noi scrive «falsamente » e mette in circolo «informazioni non vere» e perciò «viola la dignità e l’onore » di una persona «compromettendo il rapporto di fiducia tra stampa e lettori» e tutto questo viene provato, per lui scattano sanzioni. E la sua colpa viene proclamata al cospetto dell’opinione pubblica. È accaduto ieri a Vittorio Feltri, condannato in primo grado dall’Ordine dei giornalisti di Milano. I lettori di Avvenire ne conoscono benissimo il motivo: perché dal 28 agosto 2009 per dieci giorni di fila scrisse con ferocia e malizia falsità contro Dino Boffo, per quindici anni generoso e limpido direttore di questo giornale, arrivando ad attaccare la stessa Chiesa. Poi – tre mesi dopo – Feltri fece ammenda, a fatica. E dopo qualche altra settimana tornò a farsi sentire, industriandosi ad alzare polveroni per coprire le proprie colpe. Se ora, per lui, c’è ' solo' una pesante sospensione e non una definitiva radiazione dalla professione giornalistica, non è per le cortine fumogene, ma perché, in qualche modo, a dicembre, provò in parte a rimediare al malfatto.
da Avvenire
Fatto bene! Anzi dovevano essere più severi. Ciao, buona domenica
RispondiEliminaPochi 6 mesi! Dovevano sospenderlo per sempre. E' un personaggio squallido!
RispondiEliminaSono d'accordo con Sergio: sei mesi sono pochi per tale individuo!
RispondiEliminaMi fa venire l'orticaria quando lo sento!!