mercoledì 21 luglio 2010

incredibile crudeltà

c'è da aver paura di chi vuol tenere tutto in ordine...

http://aunpassodalpossibile.files.wordpress.com/2009/11/rapporto-mamma-neonato.jpg



Trento

La giovane non avrebbe problemi di droga ma guadagna 500 euro al mese



DA TRENTO


E
ra in difficoltà eco­nomiche e per que­sto motivo ad una giovane madre non è stato consentito di abbracciare il figlio appena nato. Subi­to dopo il parto le è stato sottratto dal Tribunale per i minorenni di Trento in e­secuzione di una procedu­ra di adottabilità. Il caso è stato reso noto dallo psi­cologo e psicoterapeuta Giuseppe Raspadori, con­sulente tecnico di parte del Tribunale, che attacca il meccanismo con cui i giu­dici dei minori applicano la sospensione della pote­stà genitoriale. Il medico ha spiegato la situazione della donna. La giovane, senza problemi di tossico­dipendenza e con un red­dito mensile di 500 euro, nonostante le fosse stata proposta la sospensione della gravidanza, ha scelto di partorire chiedendo un affido condiviso per il bim­bo che momentaneamen­te non sarebbe stato in gra­do di mantenere. Raspa­dori ha proseguito spie­gando come il Tribunale abbia, senza interpellare la giovane mamma, «dato av­vio alla procedura di adot­tabilità, levandole il figlio alla nascita e dimostrando come in alcuni casi la giu­stizia sappia essere davve­ro tempestiva». Solo dopo un mese, secondo il rac­conto dello psicologo, la giovane si è potuta incon­trare con il giudice, il qua­le ha deciso di avviare una perizia sulle “capacità ge­nitoriali” della madre. «U­na beffa, perché in questo modo la ragazza, cui è sta­to sottratto il diritto di es­sere madre dal primo mo­mento, rivedrà il proprio fi­glio solo dopo otto mesi, con buona pace della fase primaria dell’attaccamen­to, con relativo allatta­mento e svezzamento, e della giustizia per il mino­re ». I procedimenti con cui il Tribunale dei minorenni separa i bambini dalle ma­dri in nome dell’incapacità genitoriale sono definiti da Raspadori «un abuso scientifico».

«L’affidamento a terzi di un minore è un’ipotesi che dovrebbe essere persegui­ta per gravissimi ed ecce­zionali motivi», ha sottoli­neato Raspadori, il quale ricorda come fino a qual­che anno fa la causa di al­lontanamento di un mino­re dalla sua famiglia era a­busi sessuali e violenze, che in Trentino nell’ultimo anno hanno rappresenta­to il 5% dei casi. «Negli al­tri casi – ha detto Raspa­dori – pretendere di misu­rare
e giudicare la qualità dell’amore materno senza tenere conto della natura­le visceralità del rapporto, non solo rischia di far prendere solenni cantona­te, ma purtroppo anche commettere ingiustizie e vere e proprie crudeltà. Di­chiarare una madre “inca­pace” e sottrarle il figlio è lacerante ben più della ga­lera, molto più vicino a u­na pena di morte». Per lo psicologo il Tribunale dei minori, in nome della sa­cra difesa dei diritti dei mi­nori, si toglie qualsiasi di­ritto e garanzia ai genitori.

14 commenti:

  1. Il Tribunale dei Minorenni della Repubblica Italiana fa a Trento esattamente quello che ha fatto a Bologna il Tribunale del Sant'Uffizio nel 1858 con Edgardo (Pio Maria) Mortara.
    Allora, però, tutti i benpensanti a sgolarsi contro gli orrori del papato, mentre i soprusi sistematici del Tribunale dei Minorenni italiani vanno avanti con il beneplacito del Parlamento.

    RispondiElimina
  2. Sono d'accordo, si tratta di una vera e propria crudeltà! Non solo è stato tolto alla madre il diritto di crescere il suo bambino, ma al bambino il diritto di crescere con sua madre... non credo che non c'era nessun altro modo per aiutare quella povera ragazza!Ma forse costava troppo! Già è vero, ciò che contano sono i soldi, non le persone...

    RispondiElimina
  3. E' una vergogna Aliza, il torto è doppio perchè investe sia la mamma che il neonato.
    Si è tenuto conto esclusivamente della situazione economica e non di quella affettiva.
    Siamo in Italia . . . !!!

    RispondiElimina
  4. Mi spiace dover dissentire. Il diritto dei genitori a crescere i propri figli è subordinato all'effettiva capacità di sostenere il ruolo (che talvolta, può mancare). Il diritto del figlio ad avere i genitori è assoluto ed incomprimibile. In questo lo Stato italiano, che si pretende pure democratico, è pesantemente mancato.
    Ci sono delle logiche perverse all'origine. Le istituzioni "benefiche" che prendono in carico il neonato prima che venga perfezionata l'adozione, ricevono dal Comune - acciò obbligato - una media di 200,00 € al giorno. Mi pare ovvio che i giudici "esperti" che compongono il collegio del Tribunale dei Minorenni, che vengono normalmente prescelti tra gli "esperti" che si qulificano all'interno dei Servizi Socio Sanitari, favoriscano, con ogni pretesto, la soluzione di istituzionalizzare il neonato.

    RispondiElimina
  5. se le cose stanno così come dice l'articolo, viene da pensare che i giudici del tribunale dei minori tengono in gran conto solo il lato economico: le “capacità ge­nitoriali” si devono controllare solo a chi guadagna 500,00 euro al mese, tutti gli altri sanno,sicuramente, fare i genitori.

    RispondiElimina
  6. Per me esiste un parallelismo storico tra i fatti odierni e le matrici storico-culturali della societa' italiana.Oltre alla convenienza di rinchiudere i minori nelle strutture di assistenza ricavandone laute rette,ci sono in gioco altri due fattori:il cittadino non e' un utente dei Servizi Sociali,che paga di tasca propria,ma un suddito,riguardo al quale lo Stato puo' indiscriminatamente scegliere come esercitare quella che viene considerata una carita'(messaggio subliminale:ti cresciamo tuo figlio gtatis,dandogli una sicurezza materiale migliore di quella che tu avresti mai potuto fornirgli,ed in piu' gli insegnamo i veri valori,e tu ancora ti lamenti?).
    Punto secondo:gli indigenti costituiscono una razza a parte,chi soffre di lacune materiali deve per forza averne caratteriali e culturali.Il degrado e' attinente sempre e soltanto a quelle famiglie che lottano per sopravivvere.
    Togliere i figli ai piu' poveri e' quasi una missione salvifica.
    Questa gente non ama i figli,i figli devono essere messi al mondo solo quando si puo' offrire loro uno status sociale ed economico superiore a quello dei genitori stessi.
    Dimneticavo:difficilmente i poveri riescono a trovare,se lesi nei loro diritti genitoriali,non dico avvocati,ma anche solo interlocutori capaci di reintegrarli nel ruolo che spetta loro per diritto naturale.
    Non ci credete?Informatevi,esiste un'ampia casistica in merito.

    RispondiElimina
  7. Ser ci fosse la possibilità di seguire la madre senza doverle togliere il figlio sarebbe un'alternativa valida.
    Ma non c'è cultura in tal senso da noi.

    Un abbraccio cara

    RispondiElimina
  8. "giovanna" l'ha azzaccata in pieno.
    I Servizi Socio Sanitari, in combutta con i Tribunali dei Minorenni, trattano l'utente-cittadino con la stessa presunzione e con lo stesso sospetto con cui il Tribunale del Sant'Uffizio e la sua Procura trattavano i sudditi del Papa Re.
    Entrambe le oraganizzazioni avevano una missione salvifica: per quella della Repubblica del 2 Giugno si tratta di sottrarre i bambini alla povertà dei genitori, per quella dello Stato Pontificio sottrarre il bambino battezzato, quidi titolare del diritto legale alla salvazione, ai perfidi genitori ebrei.
    Ma c'è anche qualcosa di più gretto: http://www.webalice.it/giuseppeiraso/pagine/affidi-ae.pdf

    RispondiElimina
  9. Io ho avuto a che fare anni fa con i Servizi Sociali.Ho subito il peggio e nessuno mi ha ascoltato.Vorrei tanto poter raccontare questa storia.Ho l'impressione che anche PierPaolo conosca bene quel mondo..se a lui interessa,posso lasciare un recapito per la posta elettronica.Ho appreso da altre fonti che il caso della mamma di Trento si sta risolvendo per il meglio;ma e' il meccanismo stesso che permette questi fatti che va smontato,non tutti purtroppo vengono alla luce.

    RispondiElimina
  10. Di esempi di abusi da partre della combutta Servizi Socio Sanitari e Tribunale dei Minorenni non ne mancano proprio.
    Vedasi, ad esempio:
    http://www.youtube.com/watch?v=lv-_NiSsrxI&feature=related

    RispondiElimina
  11. http://comunicazionecondiviso.blogspot.com/2010/07/recente-duro-colpo-allimmagine-dei.html#comment-form

    RispondiElimina
  12. Di fronte a fatti come questi nn ho davvero parole.
    Ciao Aliza, buona domenica.
    Cinzia

    RispondiElimina
  13. http://www.corriere.it/cronache/10_agosto_01/gallura-15enne-abusi-comunita_66f6d682-9d66-11df-afd5-00144f02aabe.shtml

    Questa è la realtà dei tribunali minorili e dei servizi loro compagni di merenda.
    Sono casi che si ripetono.

    RispondiElimina
  14. Semplicemente mostruoso... quando le istituzioni si dimostrano forti con i deboli privandoli di fatto dei loro diritti in nome di una giustizia ingiusta o mal indirizzata... per fortuna della ragazza questa vicenda ha avuto una cassa di risonanaza, da parte dello psicoterapeuta Giuseppe Raspadori, altrimenti non avrebbe avuto alcuna speranza di rivedere suo figlio...
    mi chiedo da quando "l'indigenza" è reato o presupposto sufficiente per togliere la potestà genitoriale? l'unica risposta possibile è che trattasi di un bersaglio comodo perchè inerte...
    in tempi di crisi, di bassi salari, di precarietà lavorativa e di scarsa tutela del diritto al lavoro... si abbatte anche questa intollerabile scure, la stigmate o patente d'incapace di saper crecere il proprio figlio perchè non si dispongono dei mezzi necessari, come se questi bastassero da soli a far sentire un figlio amato ... che altro ancora bisogna sopportare?

    RispondiElimina