giovedì 2 febbraio 2012

poetessa della quotidianità

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Sulla morte, senza esagerare

Non s'intende di scherzi,
stelle, ponti,
tessitura, miniere, lavoro dei campi,
costruzione di navi e cottura di dolci.

Quando conversiamo del domani
intromette la sua ultima parola
a sproposito.

Non sa fare neppure ciò
che attiene al suo mestiere:
né scavare una fossa,
né mettere insieme una bara,
né rassettare il disordine che lascia.

Occupata ad uccidere,
lo fa in modo maldestro,
senza metodo né abilità.
Come se con ognuno di noi stesse imparando.

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Pura poesia, appunto, applicata alla vita, in tutte le sue manifestazioni, anche quelle più irrilevanti, fino all’amore e alla morte. Il tutto in versi semplici e colloquiali. «Progetto un mondo, nuova edizione, riveduta: per gli idioti che ridano... per i calvi ché si pettinino, per i sordi ché gli parlino...», scriveva nel 1962. Misteriosa e riluttante a comparire, dopo il Nobel la Szymborska è diventata poetessa di culto anche in Italia. Ai suoi reading assistevano centinaia di fedelissimi lettori. Nata nel 1923 a Kornik è morta ieri sera a Cracovia percorrendo leggera tutta la pesantissima storia della sua Polonia. C. Marinetti

da La Stampa

7 commenti:

  1. Mi vergogno un pò nel dire che non la conoscevo

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  2. Anch'io non la conoscevo. Belle le sue parole.

    Bacio

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  3. Anch'io non la conoscevo, ora vadoa leggere qualcosa: il bello dei blog. Grazie

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  4. Bella poesia..Serena domenica con la neve :)

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  5. Anch'io non la conoscevo.
    Lieta giornata, Aliza.

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  6. Con te si scoprono sempre cose nuove...
    Cinzia

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  7. Scoprire questo post, dedicato a Szymborska è stato un grande piacere! Grazie

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