lunedì 12 novembre 2012

l'abitudine




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"Viviamo di solito nell'abitudine,
con il nostro essere ridotto al minimo.
Le nostre facoltà restano addormentate,
riposando sui guanciali dell'abitudine:
essa sa quel che c’è da fare e non ha bisogno di loro"

Marcel Proust

7 commenti:

  1. Mi piace veramente quello che hai scritto dell'abitudine. molto interessante.
    Ciao e buona serata cara Aliza.
    Tomaso

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  2. L’abitudine è (o sembra) rassicurante.
    Fare e pensare ciò che è abituale ci dà un senso di falsa sicurezza.
    Ciao,
    Sue.

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  3. Un po' abitudinaria lo sono anch'io...

    Bacio

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  4. Anch'io sono molto abitudinaria e, con il passare del tempo, mi rendo conto di diventarlo sempre di più anche se razionalmente capisco che la cosa mi limita molto. Ciao

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  5. Ps: l'orario del mio commento sottolinea la mia insonnia. Ancora ciao

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    Risposte
    1. l'insonnia, problema che condividiamo e non so se il pc lo aggrava, come dice mio marito, ciao

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  6. Oriana Fallaci scriveva e condivido in gran parte anche se più drastica di Proust:"L’abitudine è la più infame delle malattie,perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia,qualsiasi dolore, qualsiasi morte.
    Per abitudine si vive accanto a persone odiose,si impara a portar le catene, a subir ingiustizie,a soffrire,ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto.L’abitudine è il più spietato dei veleni perché entra in noi lentamente, silenziosamente,cresce a poco a poco, nutrendosi della nostra inconsapevolezza e quando scopriamo di averla addosso ogni fibra di noi s’è adeguata,ogni gesto s’è condizionato,non esiste più medicina che possa guarirci".


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