"Viviamo di solito nell'abitudine,
con il nostro essere ridotto al minimo.
Le nostre facoltà restano addormentate,
riposando sui guanciali dell'abitudine:
essa sa quel che c’è da fare e non ha bisogno di loro"
Anch'io sono molto abitudinaria e, con il passare del tempo, mi rendo conto di diventarlo sempre di più anche se razionalmente capisco che la cosa mi limita molto. Ciao
Oriana Fallaci scriveva e condivido in gran parte anche se più drastica di Proust:"L’abitudine è la più infame delle malattie,perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia,qualsiasi dolore, qualsiasi morte. Per abitudine si vive accanto a persone odiose,si impara a portar le catene, a subir ingiustizie,a soffrire,ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto.L’abitudine è il più spietato dei veleni perché entra in noi lentamente, silenziosamente,cresce a poco a poco, nutrendosi della nostra inconsapevolezza e quando scopriamo di averla addosso ogni fibra di noi s’è adeguata,ogni gesto s’è condizionato,non esiste più medicina che possa guarirci".
Mi piace veramente quello che hai scritto dell'abitudine. molto interessante.
RispondiEliminaCiao e buona serata cara Aliza.
Tomaso
L’abitudine è (o sembra) rassicurante.
RispondiEliminaFare e pensare ciò che è abituale ci dà un senso di falsa sicurezza.
Ciao,
Sue.
Un po' abitudinaria lo sono anch'io...
RispondiEliminaBacio
Anch'io sono molto abitudinaria e, con il passare del tempo, mi rendo conto di diventarlo sempre di più anche se razionalmente capisco che la cosa mi limita molto. Ciao
RispondiEliminaPs: l'orario del mio commento sottolinea la mia insonnia. Ancora ciao
RispondiEliminal'insonnia, problema che condividiamo e non so se il pc lo aggrava, come dice mio marito, ciao
EliminaOriana Fallaci scriveva e condivido in gran parte anche se più drastica di Proust:"L’abitudine è la più infame delle malattie,perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia,qualsiasi dolore, qualsiasi morte.
RispondiEliminaPer abitudine si vive accanto a persone odiose,si impara a portar le catene, a subir ingiustizie,a soffrire,ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto.L’abitudine è il più spietato dei veleni perché entra in noi lentamente, silenziosamente,cresce a poco a poco, nutrendosi della nostra inconsapevolezza e quando scopriamo di averla addosso ogni fibra di noi s’è adeguata,ogni gesto s’è condizionato,non esiste più medicina che possa guarirci".